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Siemens-Alstom, fusione multi miliardaria

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Europa

Siemens-Alstom, fusione multi miliardaria

  • –Riccardo Barlaam

La firma arriverà giovedì. Ma è un dettaglio. L’accordo c’è già. L’asse tra Emmanuel Macron e Angela Merkel per creare dei «campioni industriali europei» porta i primi frutti: la nascita del gigante europeo nel settore ferroviario. Che vuol dire tante cose: rotaie, treni, di tutti i tipi - locali, ad alta velocità e quelli hi-tech a lievitazione magnetica - metropolitane, tram e tutto quanto ci gira attorno.

Ieri il governo francese, azionista al 19,9%, ha dato il via libera alla fusione multi miliardaria tra Alstom, società simbolo transalpina, e Siemens Mobility, la controllata del colosso industriale tedesco che si occupa, appunto, di mobilità e attività ferroviarie.

Assieme Alstom e Siemens Mobility significano qualcosa come 15 miliardi di euro (18 miliardi di dollari) di fatturato all’anno in treni, infrastrutture ferroviarie, sistemi di segnaletica e servizi ferroviari.

La società appena nata diventerà il secondo gruppo mondiale nel settore, dopo la holding statale cinese Crrc che costruisce tanto nel mondo, nella China Mainland, in Asia, in Africa, ma probabilmente con un livello tecnologico e industriale non alla pari delle due società europee.

Un gigante quello franco tedesco destinato a rafforzarsi ancora di più nei confronti dell’agguerrita concorrente cinese, considerando i negoziati in corso da mesi tra Siemens e Bombardier per un’alleanza con la società canadese o più probabilmente, a questo punto, per un’acquisizione.

Germania «uber alles». Nonostante i tanti commenti del giorno dopo sul voto tedesco, l’indebolimento della Germania e di Frau Merkel, il pallino della neonata società ferroviaria passerà alla bavarese Siemens Ag, destinata ad avere il 50% del capitale più uno, secondo fonti vicine al dossier.

Il governo francese, che ha spinto per arrivare al deal, ha preteso che i termini fossero bilanciati, una win-win situation alla cinese. Per questo motivo la nuova società, che si dovrebbe chiamare Siemens-Alstom - i particolari si sapranno giovedì dopo la firma - avrà la sede centrale a Parigi e verrà quotata alla Borsa francese. Il presidente sarà scelto da Siemens. Mentre il ceo della newco sarà molto probabilmente quello attuale di Alstom, Henri Poupart-Lafarge. Siemens inoltre nominerà 6 degli 11 componenti del consiglio di amministrazione.

Siemens e Alstom alla fine della scorsa settimana avevano confermato i negoziati per fondere le due società, ma ieri non hanno rilasciato dichiarazioni sull’operazione. In Borsa ieri le azioni Siemens hanno ceduto lo 0,18%, a 116,49 euro. Mentre quelle Alstom sono salite dello 0,64%, a 33,64 euro.

«Non si vede così spesso uno scenario come quello che si profila per questa M&A - ha scritto Ben Uglow, analista di Morgan Stanley - che sarà favorevole per entrambe le parti. La fusione potrebbe portare vantaggi soprattutto agli azionisti di Alstom, mentre Siemens beneficerà soprattutto del fatto di poter competere più da vicino con Crrc Group».

Un progetto di fusione tra le due società era già studiato nel 2014, ma non era andato in porto allora perché Alstom aveva preferito cedere le sue attività del settore energia a General Electric per concentrarsi sul settore ferroviario.

Il governo francese ha in mano il 19,9% del capitale di Alstom, ma non eserciterà l’opzione di acquisto di un ulteriore 20% che detiene dal 2014, come prestito dal gruppo di telecomunicazioni Bouygues, primo azionista di Alstom con il 28,3% del capitale.

Bouygues comprò il pacchetto azionario nel 2006, quando la società ferroviaria fu salvata dal governo francese, e ha intenzione di dimezzarlo in seguito alla fusione con Siemens.

È parte dell’accordo tra Alstom e Siemens un patto per garantire la protezione dei rispettivi lavoratori nei prossimi quattro anni. I sindacati francesi sono preoccupati perché Alstom, che ha 32.800 occupati in Europa, lo scorso anno aveva annunciato un piano per dimezzare la produzione di Tgv - e quindi dimezzare i livelli occupazionali - nei suoi stabilimenti francesi.

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