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Giappone: le tre conseguenze della vittoria di Abe

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L'Analisi|Dopo le elezioni

Giappone: le tre conseguenze della vittoria di Abe

TOKYO - Avvio di una riforma della Costituzione ultrapacifista, linea dura con la Corea del Nord e prosecuzione della politica economica nota come Abenomics incentrata su una politica monetaria ultraespansiva.
Sono queste tre le principali conseguenze della grande affermazione de premier giapponese Shinzo Abe alle elezioni anticipate di ieri, in cui la coalizione di governo ha confermato una maggioranza di due terzi alla Camera Bassa, ottenendo 312 seggi su 465.

Reazione positiva dei mercati
Anzitutto, proseguirà l'Abenomics, e viene garantita la continuazione della politica monetaria ultraespansiva della Banca del Giappone, anche se federal reserve e Banca centrale europea tireranno il freno. La Borsa di Tokyo ha reagito con un rialzo iniziale intorno all'1%, nella 15esima sessione consecutiva di progressi, toccando un nuovo massimo da 21 anni. Lo yen si è indebolito scendendo, oltre un cambio a 114 ai minimi da tre mesi sul dollaro: la divisa dovrebbe continuare a sostenere le esportazioni. Nei suoi primi commenti, Abe ha confermato che il rialzo dell'imposta sui consumi al 10% - da lui rinviato due volte – sara' attuato come da previsioni nell'ottobre 2019, a meno che non arrivi una crisi economica simile a quella provocata dal crollo della Lehman Brothers nel 2008. Una parte dei proventi del rialzo dell'Iva, però, andrà non a ridurre il debito pubblico, ma a finanziare nuovi capitoli di welfare.

Costituzione nel mirino
In secondo luogo, ora il premier Abe avrà,oltre che i numeri, la forza politica per avviare per la prima volta una revisione della costituzione varata sotto l'occupazione americana: il suo sogno è quello di passare alla storia come il riformatore di una Carta fondamentale considerata anomala sia nella genesi sia in alcune clausole (come quella – sia pure in pratica aggirata) che vieta l'esistenza di forze armate). Abe ha dichiarato che non esiste una “deadline” per la riforma, ma che il tema dovrà essere discusso alla Dieta e approfondito anche presso la generalità dei cittadini.

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Koike sconfitta
Esce pesantemente sconfitta la governatrice di Tokyo Yuriko Koike, che aveva sfidato Abe con il suo nuovo Partito della Speranza che con 49 seggi non è nemmeno riuscito a diventare il principale schieramento di opposizione: un ruolo assunto con 54 seggi dall'altrettanto nuovo Partito Democratico Costituzionale, una formazione che guarda a sinistra e ritiene pericoloso toccare la Costituzione ultrapacifista perché esporrebbe il Giappone al rischio di dover partecipare a future guerre americane. Da Parigi, dove si trova per un convegno delle metropoli del mondo, Koike ha ammesso la sconfitta e fatto ammenda per i suoi errori tattici.

Linea dura con Pyongyang
In terzo luogo, il premier ha ottenuto il consenso degli elettori alla sua linea contraria all'avvio di negoziati con la Corea del Nord. In campagna elettorale, Abe non ha esitato ad alzare i toni, per proporsi come l'uomo giusto per proteggere il Paese. Secondo alcuni dietrologi, uno dei motivi – forse il principale – alla base della decisione di Abe di convocare elezioni anticipate sta nel fatto che l'anno prossimo gli americani potrebbero decidere di attaccare Pyongyang, il che sconsigliava il 2018 come un anno elettorale in Giappone. Il problema nordcoreano sarà al centro dei colloqui a Tokyo tra Abe e Donald Trump agli inizi di novembre.

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