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Il popolare Kurz sfida l’Europa e apre alla destra oltranzista

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Il popolare Kurz sfida l’Europa e apre alla destra oltranzista

  • –Vittorio Da Rold

«Da domani inziano i negoziati blu-turchese». Così titolava Oesterreich.24, giornale popolare austriaco che si riferiva al colore turchese dei popolari di Sebastian Kurz, primi arrivati con il 31,5% dei voti, e al blu dei populisti della destra oltranzista di Heinz-Chistian Strache arrivati al terzo posto con un rotondo 26 %, il miglior risultato dal 1999 ottenuto con Jörg Haider, il leader carinziano che aveva inorridito l’Europa quando aveva apprezzato le politiche del lavoro di Hitler.

Il cancelliere austriaco designato Kurz, 31 anni, ha invitato alle consultazioni l’estrema destra del Fpö, per costituire il governo. Pronte le manifestazioni di piazza dei gruppi radicali di sinistra e duro il giudizio dell’ex cancelliere uscente, il socialdemocratico Christian Kern: «Quello che otterremo è una coalizione ideologica e antidiluviana dei due partiti di destra, che già da tempo si sono avvicinati sul piano dell’ideologia e del contenuto». «Avrei risparmiato volentieri questo al paese», ha aggiunto.

Dopo aver vinto le elezioni parlamentari della scorsa settimana, il partito di Kurz è privo di una maggioranza e ha bisogno di un partner per formare un governo stabile. Solo due parti hanno posti sufficienti per farlo - i socialdemocratici e la destra oltranzista del Fpö.

«Ho quindi deciso di invitare il leader del Fpö Heinz-Christian Strache a partecipare a colloqui di coalizione», ha detto Kurz a una conferenza stampa tenuta presso la sede del Partito Popolare, aggiungendo che un governo di minoranza è un “buon piano B” se i colloqui dovessero fallire.

A Strasburgo il capo dei popolari del Parlamento europeo Manfred Weber ha gettato acqua sul fuoco circa la scelta di un partner euroscettico con cui formare il nuovo esecutivo. Con il Ppe Sebastian «Kurz è stato chiarissimo sul fatto di voler formare un governo pro-Ue, non c’è discussione su un’uscita dall’Ue e sull’uscita dall’euro».

Alcuni leader europei hanno espresso preoccupazione per il possibile ritorno al potere del Fpö, fondato negli anni 50 da ex nazisti. Negli ultimi anni, Strache ha espulso alcuni suoi membri per dichiarazioni antisemitiche e ha abbandonato le richieste di referendum perché l’Austria lasci l’Ue.

Sul fronte economico Strache ha chiesto tagli per 12 miliardi di euro di tasse. Barbara Kolm, presidente dell’Austrian economic center, un think tank ascoltato da Strache, il nuovo governo dovrà «ridurre tasse e spese. Il governo dovrà abbassare il costo del lavoro e favorire riforme strutturali del welfare». Secondo Kolm «lo Stato deve tornare alle sue funzioni fondamentali. Far rispettare lo stato di diritto, liberare la creatività imprenditoriale e permettere alle persone di prendere le proprie decisioni e di essere responsabili di sé stesse. I più grossi errori che molti governi hanno compiuto negli ultimi decenni sono stati quelli di iniettare soldi del contribuente nel sistema ma, una volta messo in funzione il motore economico, non si sono fermati. In altre parole non hanno letto la seconda parte di Keynes. La parte cioè quando Keynes dichiarava che una quota di spesa pubblica oltre il 25% è pericolosa e oggi in Austria siamo oltre il 43%. È ora di tornare ad Hayek».

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