BRUXELLES - Parlamento Ue e Consiglio hanno raggiunto un accordo preliminare per rivedere il sistema Ue di scambio delle emissioni (Ets) per il periodo oltre il 2020 allo scopo di adeguarlo sulla base degli impegni raggiunti a Parigi per ridurre le emissioni inquinanti a effetto serra di almeno il 40% entro il 2030.
Tra i miglioramenti principali del sistema Ets l'accelerazione delle riduzioni delle emissioni e il rafforzamento della riserva per la stabilità del mercato per rendere più rapido il taglio dell'attuale sovracapacità di permessi nel mercato del carbonio e salvaguardie addizionali per garantire all'industria europea ulteriore protezione se necessario contro il rischio del «carbon leakage», il processo per cui politiche climatiche severe possono produrre effetti distorsivi n termini di competitività internazionale e delocalizzazione dei processi produttivi ad alta intensità di carbonio nei paesi non regolamentati.
Il sistema Ets fissa un limite al diossido di carbonio (Co2) emesso da oltre undicimila installazioni del settore energetico e dell'industria ad alta intensità energetica attraverso un meccanismo di mercato «cap and trade». Il sistema fissa un tetto massimo («cap») al livello complessivo delle emissioni consentite a tutti i soggetti vincolati, ma permette ai partecipanti di acquistare e vendere sul mercato («trade») diritti a emettere CO2 («quote») secondo le loro necessità, all'interno del limite stabilito.
L'accordo preliminare prevede meccanismi per aiutare l'industria e il settore energetico a fronteggiare le sfide innovative e di investimento per la transizione all'economia a basso contenuto di carbonio. Ora l'accordo politico dovrà essere tradotto in testo formale e dovrà essere approvato da Parlamento europeo e Consiglio. Dopo l'adozione formale sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale Ue ed entrerà in vigore 20 giorni dopo.
Qualche passo nella direzione giusta, ma preoccupazione per la competitività del settore industriale: questa è la reazione del mondo imprenditoriale europeo all'accordo tra Consiglio e Parlamento Ue. Da parte ambientalista critiche di segno opposto: poco impatto sulle riduzioni di Co2.
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