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Brexit ridimensiona il Pil britannico

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Brexit ridimensiona il Pil britannico

  • –Nicoletta Degli Innocenti

londra

Brexit pesa sull’economia britannica, anche se Philip Hammond non lo dice apertamente. Il cancelliere dello Scacchiere ha annunciato ieri un brusco taglio alle stime di crescita e ha messo da parte 3 miliardi di sterline in caso di un mancato accordo tra Londra e Bruxelles.

Presentando in Parlamento una Finanziaria all’insegna del pessimismo, Hammond ha dichiarato che le previsioni di crescita del Pil per il 2017 sono state ridotte dal 2% all’1,5% a causa soprattutto della «produttività deludente».

Ci vorranno anni per arginare il declino: secondo le previsioni dell’Office for Budget Responsibility (Obr), la crescita economica rallenterà ulteriormente all’1,4% nel 2018, contro il +1,7% previsto finora, e all’1,3% nel 2019 e 2020, in netto calo rispetto alla stima originale di un +1,9 per cento. Bisognerà attendere il 2021 per tornare a una crescita del Pil dell’1,5% come quest’anno.

Il rallentamento della crescita economica porterà a un calo delle entrate fiscali e quindi l’indebitamento del Governo aumenterà nei prossimi anni, ha ammesso Hammond. La previsione di un deficit di bilancio dello 0,7% previsto per il 2021/22 è stato quasi raddoppiato all’1,3%, ha detto il cancelliere.

Il cancelliere non ha fatto collegamenti espliciti tra il rallentamento dell’economia e Brexit,anche se ha ammesso che gli investimenti segnano il passo. Hammond ha dichiarato di avere già speso 750 milioni di sterline per «piani di emergenza» in vista dell’uscita dall’Unione Europea nel 2019, e ha anche annunciato di avere messo da parte un “tesoro” da 3 miliardi di sterline per tutelare l’economia nei prossimi due anni durante la difficile transizione.

La mossa è stata interpretata come una concessione ai sostenitori di Brexit, che avevano chiesto un cuscino in caso di “no deal” e che sono fortemente ostili a Hammond, considerato troppo filo-europeo.

«Brexit rimane l’incertezza principale sia per la crescita del Pil che per il deficit di bilancio», ha commentato ieri Shilen Shah, bond strategist di Investec Wealth & Management a Londra. Secondo Michael Metcalfe, global head of macro strategy di State Street Global Markets, «l’inflazione che resta alta e il previsto indebolimento della crescita sono un contesto preoccupante per i mercati, anche senza le incertezze politiche create da Brexit».

La sterlina, che aveva perso terreno subito dopo l’annuncio del taglio delle stime di crescita, si è poi ripresa, sostenuta da un maggiore ottimismo sulle prospettive di un accordo tra Gran Bretagna e Ue in seguito alla disponibilità di Londra di rispettare gli impegni finanziari.

«Mentre quasi tutte le altre regioni del mondo stanno registrando una crescita economica sincronizzata, le previsioni per la Gran Bretagna sono state bruscamente tagliate, mentre la produttività segna il passo ormai da dieci anni e continua a deludere», ha sottolineato ieri Toby Nangle, global co-head of Multi-Asset di Columbia Threadneedle.

Dato il rallentamento dell’economia e l’incertezza legata a Brexit, Hammond ieri non ha potuto tirare fuori nessun coniglio dal cilindro, come da tradizione. Il cancelliere ha però sottolineato che l’occupazione continuerà ad aumentare, mentre l’inflazione dopo avere toccato un picco del 3% tornerà a calare verso il livello programmato del 2 per cento.

Presentando il suo «budget equilibrato», Hammond ha puntato a rilanciare il settore edilizio e il mercato immobiliare, eliminando l’imposta di bollo sulla prima casa per acquisti fino a 300mila sterline e annunciando nuovi finanziamenti per incentivare la costruzione di 300mila nuove case all’anno. Hammond ha anche trovato 2,8 miliardi aggiuntivi su tre anni per il servizio sanitario nazionale e 2,5 miliardi per un fondo per rilanciare gli investimenti soprattutto in tecnologia.

Sul fronte fiscale, il cancelliere ha alzato la soglia minima imponibile a 11.850 sterline e ha innalzato il livello di reddito annuo al quale scatta l’aliquota massima del 40% a 46.350 sterline.

Il futuro per la Gran Bretagna è «ricco di opportunità», ha detto Hammond con una rara nota di ottimismo. Il leader dell’opposizione, il laburista Jeremy Corbyn, ha però definito il budget conservatore «una dichiarazione di fallimento con una previsione di ulteriori fallimenti in futuro».

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