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un paese «bipolare»

Brasile: governo a pezzi, Borsa alle stelle e le imprese italiane investono

Il presidente del Brasile Michel Temer (Epa)
Il presidente del Brasile Michel Temer (Epa)

Crisi sì, crisi no. È un quadro composito quello brasiliano: la Borsa inanella record stupefacenti (+98% l'indice Bovespa dal gennaio 2016) e l’economia è in ripresina. In compenso la politica è screditata e le elezioni presidenziali 2018 sono ormai incombenti. Tuttavia le piccole e medie imprese italiane, oltre ai grandi gruppi industriali investono, credono nella forza e nelle potenzialità del Paese.

Il presidente Michel Temer, pur salvato dal Parlamento da un probabile impeachment, rimane invischiato nella grande inchiesta giudiziaria Lava Jato (la Mani pulite brasiliana). Così come l'ex presidente Lula da Silva (leader del Partito dei lavoratori), non vive una stagione serena: il pubblico ministero di Brasilia ha sollecitato il blocco di 7milioni di euro appartenenti a lui e al figlio, Luis Claudio. Lula avrebbe favorito con agevolazioni fiscali le imprese del settore auto in cambio di tangenti.

Ma il Paese resta un grande player mondiale e rimane attrattivo per grandi e piccole imprese. Ne è convinto, Luiz Furlan, ex ministro brasiliano dello Sviluppo economico, intervenuto alla seconda edizione di “America Latina investment Forum, organizzata da Lide Italia, al “Sole-24Ore”.

«Il ciclo economico positivo è ormai avviato e il dato (+25%) di vendite di autoveicoli, registrato in settembre a livello tendenziale annuo, ne è l'ultima conferma – spiega Furlan – così come la riforma del mercato del lavoro, in cantiere ma non ancora varata, consente accordi più flessibili tra sindacati e imprese. Inoltre sono stati approvati limiti di spesa pubblica, in percentuale al Pil, per contenere il disavanza e ripristinare gli equilibri macrofinanziari».

L'attrattività del Paese rimane alta e gli investimenti si moltiplicano, anche nel Nord Est, regione tradizionalmente più povera. Stevanato Group - leader internazionale specializzato in sistemi, processi e servizi per l'industria farmaceutica – inaugura il nuovo stabilimento di Sete Lagoas, nello stato di Minas Gerais che le consentirà di coprire il fabbisogno del mercato domestico e sud americano di contenitori in tubovetro per il settore farmaceutico.

L'investimento da 30 milioni di euro ha previsto la costruzione di un impianto che copre un'area di 12.000 mq su una superficie complessiva di 40.000 mq che consentirà future espansioni. L'impianto, che impiega attualmente 120 persone, dispone di 7 linee di ultima generazione per la produzione di fiale e tubofiale che diventeranno 14 per un totale di 200 addetti a fine 2018. È inoltre previsto l'avvio della produzione di flaconi a partire dal 2018.

Intanto Simest, società che insieme a Sace costituisce il polo dell'export e dell'internazionalizzazione del Gruppo Cdp, ha acquisito attraverso un aumento di capitale il 17% della controllata brasiliana della Bonfiglioli Riduttori per un importo pari a 4 milioni di euro. L'investimento permetterà al Gruppo, già presente da diversi anni sul mercato brasiliano con l'intera gamma di motoriduttori e azionamenti, di potenziare lo stabilimento esistente nei pressi di San Paolo, al fine di sviluppare principalmente l'assemblaggio di riduttori e motoriduttori comando ruota e comando cingolo, nonché la produzione di riduttori e motoriduttori per generatori eolici, prodotti attraverso i quali è riconosciuta quale leader mondiale.

Il Gruppo Bonfiglioli, nato nel 1956 a Calderara di Reno in provincia di Bologna, è una azienda specializzata nella progettazione, produzione e commercializzazione di componenti meccanici di precisione. Nel 2016 ha realizzato un fatturato pari a 789 milioni di euro impiegando 3.710 addetti.
Una realtà, quella brasiliana che secondo gli osservatori mostra una bizzarra bipolarità. Sfiducia nelle istituzioni politiche, un quadro giudiziario sempre più destabilizzante ma forte attrattività per le imprese italiane ed europee.

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