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In Venezuela «golpe» petrolifero di Maduro

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In Venezuela «golpe» petrolifero di Maduro

  • –Roberto Da Rin

Un militare al vertice di Pdvsa, il colosso energetico del Venezuela. È un generale e si chiama Manuel Quevedo. Lo ha nominato il presidente Nicolas Maduro. Nelle stesse ore Pdvsa ha comunicato di aver iniziato i pagamenti di cedole di obbligazioni in scadenza, già prima del periodo di grazia di 30 giorni.

Intanto la crisi economica e sociale rimane ai livelli di guardia. L’opposizione venezuelana ha annunciato che è tutto pronto per la prima sessione di dialogo con il governo di Maduro, che si aprirà venerdì a Santo Domingo. La priorità sarà l’apertura di un canale umanitario verso il paese, per compensare la scarsità di cibo e medicine.

Pdvsa rappresenta la sopravvivenza economica e politica del governo di Caracas. Da sempre. Il 90% delle entrate in dollari del Paese latinoamericano arriva dalle esportazioni di petrolio di quel Venezuela Saudita, così veniva chiamato negli anni Ottanta, che oggi versa in condizioni di estrema instabilità politica e depressione economica.

Quevedo ricopre il ruolo di ministro dell’Energia e di presidente di Pdvsa. Un segnale che la comunità internazionale ha accolto con preoccupazione: un militare con un rilevante incarico di governo e, contestualmente, alla guida di Pdvsa. Quevedo sostituisce a Pdvsa, Nelson Martinez, un manager, chimico di formazione, e al ministero dell’Energia Eulogio Del Pino, un ingegnere.

Francisco Monaldi, docente di Latin American Energy Policy presso il Baker Institute di Houston, all’indomani di questa doppia nomina, parla di «previsioni fosche» per l’industria petrolifera venezuelana.

Difficile quantificare la reale produzione giornaliera di greggio venezuelana che continua a calare. Il governo dichiara circa 2,3 milioni di barili al giorno, ma molti istituti di ricerca accreditati parlano di 1,8milioni di barili al giorno. E solo pochi giorni fa l’economista Leopoldo Lopez, padre del leader dell’opposizione, incarcerato a Caracas, ha dichiarato al Sole-24 Ore, che la produzione è ben inferiore a quella cifra.

Sullo sfondo rimangono la grave crisi economica del Paese e il pagamento del debito in scadenza. Poche ore fa Pdvsa ha annunciato di aver iniziato a rimborsare 233 milioni di dollari di interessi su due obbligazioni vicine alla scadenza, giorni prima della fine del periodo di 30 giorni di grazia. In un post su Twitter, la società ha annunciato che «è stato avviato il processo di trasferimento per pagare gli interessi sulle obbligazioni Pdvsa 8,5% 2020 e le obbligazioni PDVSA 6% 2022».

Rimane sospeso il problema del mancato pagamento degli interessi per 237 milioni di dollari sulle obbligazioni in scadenza nel 2025 e 2026, che avrebbe dovuto essere effettuato martedì della scorsa settimana.

L’azienda ha anche invitato i creditori a “fidarsi” della sua «capacità logistica, produttiva e finanziaria», aggiungendo che aveva «adempiuto a tutti i suoi impegni, anche con il sabotaggio offensivo dell’imperialismo e dei suoi lacchè nazionali», facendo riferimento alle nuove sanzioni americane.

Le obbligazioni di Pvdsa rappresentano il 30% del debito estero del Venezuela, stimato intorno ai 150 miliardi di dollari. Le agenzie di rating e il governo del Venezuela giocano una partita di aperta conflittualità: un copione che si ripete ogni settimana. Le prime spingono nella direzione di un “default selettivo”; mentre il governo ripete di avere onorato tutte le scadenze. L’Isda (International swaps and derivatives association di New York) ha dichiarato Pdvsa inadempiente a seguito di tre piccoli mancati pagamenti. La replica di Caracas è questa: «il pagamento delle cedole è ostruito da canali finanziari controllati dal sistema bancario americano».

I mercati finanziari americani contro il “Socialismo del XXI secolo”; uno scontro frontale che travalica i confini continentali ed è pericoloso. Ciascuno infatti conta alleati potenti: gli Stati Uniti contro Maduro. Cina, Russia e India a favore di Maduro.

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