Come ai tempi gloriosi di Lech Walesa e di Solidarnosc tornano le proteste di massa sulle rive della Vistola a difesa dello stato di diritto e dell'indipendenza della magistratura. La Polonia, un tempo allievo modello dell’allargamento ad est dell’Unione europea, ha compiuto un altro passo verso la riforma della Giustizia in senso autoritario, una mossa azzardata che l'Ue ritiene possa minare l'ordine democratico del paese centro-orientale e che potrebbe rendere sempre più difficili le relazioni politiche, peraltro già tese, con la Commissione di Bruxelles.
La Camera polacca ha approvato la legislazione per rinnovare la Corte Suprema costringendo i due quinti dei giudici della corte a dimettersi e varando una commissione parlamentare con poteri di nomina dei giudici.
In sostanza il parlamento, con la maggioranza del partito di destra Diritto e Giustizia (Pis) del leader Jaroslaw Kaczynski, ha votato due norme che sottopongono la Corte suprema e il Consiglio nazionale di magistratura al potere esecutivo, cioè al ministro della Giustizia nominato dal partito di governo nonché al presidente della Repubblica, anche lui legato al partito di Kaczynski. Contro le nuove leggi si sono svolte ampie manifestazioni sotto la sede del Sejm Il Parlamento polacco e nei prossimi giorni sono annunciate anche altre proteste in diverse città del paese dove vivono 38 milioni di abitanti al 90% di religione romano-cattolica.
La votazione è arrivata dopo un acceso dibattito parlamentare durante il quale i deputati dell'opposizione hanno gridato «dittatura, dittatura» e hanno paragonato le misure adottate ai quelle dei nazisti negli anni '30 per consolidare la presa sul potere.
Nel luglio scorso il presidente Andrzej Duda si è rifiutato di firmare le due leggi, suscitando l'ira di Kaczynski e ha poi presentato propri progetti di legge, ora accolti dal Pis. Il leader del maggiore Partito di opposizione Piattaforma civica
Grzegorz Schetyna oggi ha nuovamente fatto appello a Duda a non
firmare le leggi ritenendo che violano la costituzione. Il via libera della Camera dei deputati sta facendo arrivare al termine una battaglia durata un mese da parte del partito di governo Diritto e Giustizia (Pis) per prendere il controllo di un sistema che secondo gli esponenti governativi è gestito da una «cricca di giudici autonomi».
Allo stesso tempo, la riforma legislativa ignora gli avvertimenti dell'Ue che potrebbe imporre sanzioni agli Stati membri che non mantengono i valori europei. Insomma una sfida senza precedenti sulle rive della Vistola i cui esiti sono imprevidibili. E’ come se la Polonia fosse presa da una forza centrifuga come Londra e si stia allontando sempre più da Bruxelles.
L'approvazione della legge arriva appena dopo 24 ore che il partito di Giustizia e Libertà ha nominato l’ex banchiere Mateusz Morawiecki come primo ministro, un personaggio ben introdotto in Europa e da alcuni paragonato al presidente francese Macron. Morawiecki, attuale ministro delle Finanze e veterano degli incontri internazionali a New York e Londra, è stato scelto per rassicurare gli investitori che la politica anti-europea del Governo polacco non metterà in pericolo i loro investimenti sull'economia da 470 miliardi di dollari.
«Qualunque speranza per un risanamento nelle relazioni della Polonia con l'Ue sarà probabilmente spazzato via dall’approvazione delle riforme giudiziarie», ha detto James Sawyer, analista presso il gruppo di consulenza Eurasia.
La nomina di Morawiecki è un tentativo di mantenere aperti i collegamenti con l'Ue, ma il deus ex machina e il leader politico più potente della nazione, resta Jaroslaw Kaczynski, il gemello sopravvissuto e regista del partito Diritto e Giustizia. Il primo ministro designato ha difeso la revisione della Corte a causa di una «patologia diffusa nella magistratura» e ha fatto eco a Kaczynski dicendo che non è compito degli altri paesi decidere come una nazione gestisce lo stato di diritto.
Gli interessi nazionali
Morawiecki, ex capo della terza banca più grande della Polonia, Bank Zachodni Wbk, subentra così a Beata Szydlo, che si è fatta da parte a metà del mandato quadriennale del governo. Diventerà un vice primo ministro, ha detto il servizio di notizie Pap, senza citare nessuno in particolare. «Non miglioreremo le nostre relazioni con l'Ue a scapito dei nostri interessi nazionali, ma forse dovremmo avere migliori comunicazioni con Bruxelles», ha detto venerdì a Radio Zet Jacek Sasin, un parlamentare del partito al potere.
Per ballare il tango bisogna essere in due
La Commissione europea di Jean-Claude Juncker la vede in un altro modo. Sta conducendo la prima indagine in assoluto sul fatto che un paese membro non stia sostenendo i valori democratici del blocco. Alcuni leader, tra cui il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel, si sono spinti a suggerire che la Polonia potrebbe dover affrontare sanzioni economiche per l'erosione della democrazia, compresi possibili tagli alle decine di miliardi di euro di aiuti allo sviluppo che hanno guidato la crescita economica del paese per oltre un decennio.
Implicazioni del mercato
Lo zloty è salito dello 0,1% a 4,2028 contro euro. Gli investitori hanno detto che vi erano poche implicazioni sul mercato dal momento che Morawiecki era una figura di fiducia. «La valutazione della politica economica di Morawiecki rimane generalmente positiva tra gli investitori stranieri», hanno affermato gli analisti di Ing Bank Slaski, guidati da Rafal Benecki.
Kaczynski, che detiene le leve del potere dietro il governo, sembra seguire le orme del leader ungherese Viktor Orban che ha promesso all'inizio di questo decennio di trasformare il suo paese sul modello della Russia e della Turchia.
Come parte di ciò, Morawiecki, 49 anni, ha scritto un programma che ha aumentato la spesa per il benessere delle famiglie con bambini, aumentando il sostegno di Diritto e Giustizia tra gli elettori nel paese, che conta 38 milioni di persone. Ha anche contribuito a ritagliarsi un ruolo più importante per il governo nel mondo degli affari, cruciale per la spinta del suo partito a centralizzare il potere e guidare la Polonia lontano da un modello basato sugli investimenti stranieri e l'integrazione europea che dominava la sua trasformazione postcomunista.
Ha anche ridotto il deficit di bilancio, un importante benchmark per gli investitori istituzionali esteri che detengono 202 miliardi di zloty (57 miliardi di dollari) di obbligazioni in valuta locale del governo. Il governo non ha immediatamente chiarito se Morawiecki sarebbe stato sostituito alle finanze o avrebbe mantenuto il portafoglio finanziario.
«L'agenda di modernizzazione di Morawiecki può aiutare a mantenere alta la popolarità del Partito conservatore polacco di governo», ha detto Piotr Buras, un politologo del Consiglio europeo per le relazioni estere, un think tank pro-Ue. «Ma non modificherà il corso delle riforme istituzionali della Polonia, che è al centro del conflitto con l'Ue ». Non si prospettano tempi facili sulla Vistola.
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