L'ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis e un parlamentare tedesco hanno fatto causa, riporta la Reuters, alla Banca centrale europea per ottenere l’accesso a un documento non consultabile che fu alla base della decisione della stessa Bce di congelare i finanziamenti vitali alle banche greche nel fatidico 2015.
Quella mossa finanziaria lasciò il governo di Alexis Tsipras con le spalle al muro, cioè con una sola scelta se non quella chiudere le banche e imporre i tristemente famosi controlli sui capitali come avvenne anche a Cipro, indebolendo così la sua posizione negoziale con i creditori internazionali del Paese durante i negoziati del terzo piano di salvataggio. Le lunghe file davanti ai bancomat convinsero Tsipras a capitolare alle richieste della Troika.
Alla fine, Varoufakis si dimise e Tsipras fece un accordo che diede alla Grecia denaro per 86 miliardi di euro in cambio però di misure di austerità e riforme strutturali che ne hanno migliorato l’efficienza ma a costo di pesanti sacrifici sociali.
Il governo Tsipras si è impegnato anche a dare slancio alle privatizzazioni come concordato con in creditori. Su questo fronte l’agenzia greca per le privatizzazioni (Hradf) ha comunicato che farà slittare a febbraio la scadenza per la presentazione delle offerte vincolanti per il 66% dell’operatore della rete di gas naturale del Paese mediterraneo, Desfa. È quanto ha riferito una fonte governativa alla Reuters. L’italiana Snam è interessata alla gara per la privatizzazione di Desfa anche in prospettiva del progetto di costruzione del gasdotto Tap, che porterà gas dell'Azerbaijan alle coste italiane migliorando la diversificazione energetica del Bel Paese.
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