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Pmi e finanza, il basket bond raddoppia

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Pmi e finanza, il basket bond raddoppia

  • –Mara Monti

MILANO

Fare ripartire gli investimenti e l’occupazione anche attraverso la finanza. È questo il messaggio che industriali e finanzieri hanno enunciato coralmente davanti all’affollata platea accorsa ieri a Piazza Affari per la presentazione del nuovo strumento di Borsa Italiana, Elite Basket bond, dedicato al finanziamento dell’industria attraverso il mercato. «La crescita delle imprese è sostenuta anche da strumenti di finanza come questo che aiutano al cambiamento culturale, avvicinando gli imprenditori alla Borsa», ha affermato Vincenzo Boccia, Presidente Confindustria nel corso della tavola rotonda. Boccia ha poi ricordato che Elite, la società del London Stock Exchange per aiutare le Pmi alla quotazione «ha un ruolo importante per la crescita delle imprese e quindi del sistema Paese, la seconda forza industriale europea». Luca Peyrano ad di Elite, ha ricordato che la piattaforma oggi conta 700 società di 30 diversi paesi «un modello diventato un benchmark per il mercato».

In uno scenario in cui i tassi sono ancora vicino allo zero «per gli imprenditori la scelta migliore è investire nelle proprie aziende» ha osservato Fabio Gallia, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, il quale ha invitato gli imprenditori a non rivolgersi soltanto alle banche: «Cdp, insieme a Borsa Italiana, promuove la crescita dell’alternative financing, strumenti di finanza alternativa che contribuiscono a diffondere tra gli imprenditori italiani un cambio di mentalità: aprirsi agli investitori istituzionali».

Sul tema della disintermediazione bancaria, Dario Scannapieco, vice presidente della Banca Europea degli Investimenti ha ricordato che «in Italia l’80% delle imprese dipende ancora dal sistema bancario, contro il 60% in Francia e il 50% in Gran Bretagna». Non solo: il venture capital rappresenta solo un decimo degli investimenti realizzati in Germania. Anche per questo ha aggiunto Scannapieco, «c’è bisogno di un acceleratore della crescita che aiuti le imprese ad aprirsi al mercato dei capitali».

Elite basket bond, ideato e strutturato da Banca Finint, è un primo passo verso questa direzione. Sono 10 le società coinvolte (Damiano, Irritec, L. Molteni & C. dei F.lli Alitti, Macchine Elettroniche Piegatrici, Objectway Group, Officine Metallurgiche G. Cornaglia, Peuterey, Radio Dimensione Suono, Svas Biosana e Tecnocap) tutte appartenenti alla piattaforma Elite di Borsa Italiana che insieme hanno collocato un bond da 122 milioni di euro sottoscritto interamente dalla Bei, Cdp e investitori istituzionali tra cui Banca Ifis e Zenit Sgr. Ogni società ha collocato una quota del bond attraverso un veicolo che, al termine di questa operazione ha emesso un’unica tipologia di titoli di ammontare pari alla somma dei singoli strumenti.

Il bond, di fatto un private placement, ha scadenza decennale e garantisce un rendimento sotto il 4 per cento. Una delle caratteristiche che rendono peculiare lo strumento è la garanzia fornita in forma mutualistica dalle stesse società emittenti (credit enhancement): ogni azienda è entro certi limiti responsabile della performance delle altre nel caso di mancato pagamento del capitale o degli interessi sul proprio bond. «È un meccanismo straordinario perché consente di diversificare il rischio, ma non è stato facile farlo accettare alle aziende - ha ammesso Enrico Marchi, presidente di Banca Finint -. Difficilmente gli investitori avrebbero sottoscritto i singoli bond, troppo piccoli per fornire quelle garanzie necessarie richieste dal mercato. La forma di basket bond, invece, ha aiutato a superare queste difficoltà». Il successo di questo primo strumento fa ben sperare nel lancio di un nuovo basket bond che Marchi prevede possa avvenire entro l’estate.

A fare il punto sui provvedimenti di finanza per la crescita realizzati dal governo, Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del Ministro dell’Economia e delle Finanze ha ricordato che da varare prima delle elezioni ci sarà il decreto sul credito di imposta per le società che intendono quotarsi. Mentre resta aperto il tema dell’arretratezza della pubblica amministrazione: «La nostra pubblica amministrazione resta business unfriendly (..). Non si tratta di un tema né di destra, né di sinistra, ma è fondamentale, è il tema del futuro affinché il nostro sistema diventi competitivo».

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