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Bce, calcoli e strategie dietro la sfida a due per diventare vice di Draghi

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DE GUINDOS CONTRO LANE

Bce, calcoli e strategie dietro la sfida a due per diventare vice di Draghi

Da sinistra: Luis de Guindos (Epa) e Philip Lane (Reuters)
Da sinistra: Luis de Guindos (Epa) e Philip Lane (Reuters)

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BRUXELLES – I due candidati alla vice presidenza della Banca centrale europea verranno ascoltati mercoledì dinanzi al Parlamento europeo a Bruxelles, prima di una scelta che spetta a dire il vero non ai parlamentari, bensì ai governi nazionali. I ministri delle Finanze ne discuteranno la settimana prossima. L'insediamento del nuovo vice presidente è fissato per il 1° giugno, all'indomani della fine del mandato dell'attuale vice presidente portoghese Vítor Constâncio.

A essere stati candidati dai loro rispettivi governi sono Luis de Guindos, l'attuale 58enne ministro delle Finanze spagnolo, e Philip Lane, 48 anni, governatore della Banca centrale irlandese. La scelta appare ancora in bilico. L'economista irlandese ha i favori del consiglio direttivo dell'istituto monetario: molti esponenti della Bce si sono fatti vivi con i propri governi per caldeggiare la nomina di Philip Lane. De Guindos non piace infatti a molti banchieri centrali perché è un uomo politico.

A livello politico, tuttavia, l'attuale ministro spagnolo è ritenuto un candidato forte. Dal 2012, la Spagna non ha un proprio rappresentante nel comitato esecutivo della Bce. Vi è il desiderio di molti Paesi di soddisfare le ambizioni di Madrid. Alcuni diplomatici, tuttavia, temono che la nomina di un esponente del Sud Europa possa portare a un riequilibrio geografico e all'arrivo di un esponente del Nord Europa nel 2019, quando Mario Draghi lascerà la presidenza.

«Prima di fare la nostra scelta dobbiamo chiarire assolutamente questo aspetto», spiegava nei giorni scorsi un diplomatico. In 20 anni di moneta unica, la Germania non ha mai avuto la presidenza dell'istituto monetario. In molte capitali, si pensa che Berlino possa nel 2019 proporre quale sostituto di Mario Draghi il presidente della Bundesbank Jens Weidmann. Non necessariamente sarà così, ma la previsione è comunque fatta in molte cancellerie.

Chi teme l'arrivo di un tedesco alla guida della Bce non vuole quindi nominare lo spagnolo de Guindos a questa tornata per evitare di facilitare in qualche modo la nomina di un rappresentante della Repubblica Federale l'anno prossimo. L'esito della partita resta incerto. La decisione è presa a maggioranza. Nei fatti, il principio di un equilibrio geografico alla testa della banca non è mai stato applicato in questi 20 anni di euro, salvo forse per la coppia Wim Duisenberg-Christian Noyer nel 1998-2002.

Come detto, l'audizione di mercoledì avverrà informalmente e a porte chiuse. L'audizione pubblica di colui che verrà scelto dai governi la settimana prossima dovrebbe svolgersi il 26 febbraio, con un voto in Commissione Affari monetari il 27 febbraio e in plenaria nel corso del mese di marzo. Al Parlamento europeo così come alla BCE spetta esprimere una semplice opinione. Il presidente della Commissione Affari monetari Roberto Gualtieri trasmetterà ai governi l'esito dell'audizione informale.

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