BRUXELLES – Per la prima volta, la Commissione europea ha effettuato una analisi dei diversi sistemi fiscali nazionali dell'Unione. Secondo l'esecutivo comunitario, sette paesi membri “mettono a rischio l'equità” nel mercato interno. Pubblicando oggi attesi rapporti-paese, come avviene ogni anno, l'esecutivo comunitario ha puntato il dito contro governi che hanno politiche fiscali aggressive: il Belgio, Cipro, Malta, l'Ungheria, l'Olanda, il Lussemburgo e l'Irlanda.
«Queste pratiche mettono in pericolo l'equità, l'omogeneità del mercato unico – ha detto in una conferenza stampa qui a Bruxelles il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici -, tra le altre cose aumentando il carico fiscale per alcuni cittadini. Dopo una precisa analisi delle regole fiscali abbiamo notato gli sforzi compiuti da alcuni paesi membri. Ma sottolineando la questione vogliamo far notare come sia necessario fare ulteriori sforzi».
La decisione dell'esecutivo comunitario giunge dopo che Bruxelles ha aperto una serie di indagini per violazione del diritto comunitario nel campo degli aiuti di Stato. Paesi quali l'Irlanda, l'Olanda e il Lussemburgo sono stati accusati di avere offerto illegittimi aiuti di Stato concedendo generosi accordi fiscali a numerose multinazionali (tax rulings in inglese). Ad Apple, per esempio, è stato chiesto di restituire al governo irlandese fino a 13 miliardi di euro di tasse non versate.
Secondo la Commissione europea, il trasferimento di profitti da un paese all'altro da parte di imprese che cercano la migliore tassazione in Europa comporta un mancato gettito pari a 50-70 miliardi di euro. La lotta contro la pianificazione fiscale aggressiva fa parte da tempo della strategia comunitaria che in questo settore ha presentato non poche proposte legislative. Tra le altre cose, l'Europa si è dotata di un meccanismo di scambio di informazioni nel campo dei tax rulings.
Nel considerare le politiche fiscali nei suoi rapporti-paese, la Commissione europea vuole mettere sotto pressione i paesi in difetto. L'iniziativa giunge mentre Parigi e Berlino stanno negoziando proposte di riforma della zona euro che prevede anche una qualche forma di armonizzazione fiscale nell'unione monetaria. I due paesi stanno lavorando sulle basi imponibili, consapevoli di come aggiustare le aliquote sia un aspetto particolarmente controverso.
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