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Dossier | N. (none) articoliFacebook e il datagate

Zuckerberg: «Fatti errori, ora lotta alle app canaglia. Rischi per le elezioni di mid-term»

New York - Mark Zuckerberg presenta le sue scuse per lo scandalo di Cambridge Analytica, degli inadeguati controlli e del silenzio tenuto per anni da Facebook dopo aver scoperto le violazioni della privacy ai danni di 50 milioni di utenti ad opera della società di consulenza politica ingaggiata da Donald Trump. Ha promesso di correggere errori e continuare a migliorare in futuro le garanzie di privacy e la lotta alle fake news. E ha anche indicato di essere disposto a testimoniare in Congresso «se è la cosa giusta da fare».

Difficilmente la sua risposta basterà da sola a calmare le polemiche sui ritardi accumulati dal gruppo nell'assumersi le sue responsabilità. Ma il fondatore e chief executive del leader dei social network ha rotto gli indugi e risposto per la prima volta pubblicamente allo scandalo, cinque giorni dopo il suo scoppio sull'onda di inchieste del New York Times e della stampa britannica. È stata una risposta articolata in due tempi con l'obiettivo esplicito di riconquistare la fiducia di consumatori e autorità: ha concesso una lunga intervista alla rete Tv Cnn e ha affidato una dichiarazione al suo blog. Nell'intervista ha sottolineato di essere «davvero spiacente» e di voler prendere iniziative contro «app canaglia», che ingannano e violano i diritti degli utenti.

Facebook nella bufera: come difendere la nostra privacy sui social

Ha poi sottolineato la missione sostanzialmente positiva perseguita da Facebook: «Serviamo una comunità di due miliardi di persone. E quando si danno strumenti di condivisione e connessione alla gente, credo che accendo molte buone cose ma sfortunatamente ci sono anche alcune cattive cose - sia queste notizie false, discorsi ispirati dall'odio e discriminazione o persone che vogliono fare del male ad altri. La nostra responsabilità è quella di amplificare tutto ciò che c'è di buono nella natura umana. Ma anche di mitigare il peggio, coloro che cercano di abusare e violare la sicurezza delle persone o diffondere cose offensive che dovrebbero essere contrarie agli standard della comunità».

Il Ceo di Facebook ha indicato di voler «passare all'avanguardia nel risolvere» sfide quali quelle di troll, fake news e abusi. Sottolineando tuttavia la complessità della sua azione di fronte alle dimensioni raggiunte dal business: «Non posso promettere che scoveremo tutto». Anzi ha aggiunto di «essere sicuro che qualcuno stia provando» anche oggi a infiltrarsi e manipolare informazioni in vista delle elezioni americane di mid-term a novembre e che questo deve significare «osservare e essere pronti» a rispondere adeguatamente. Zuckerberg ha aggiunto che la questione della sicurezza «è un problema che non viene mai risolto del tutto. Ci lavoreremo per sempre, finché questa comunità (Facebook, ndr) rimarrà una realtà importante».

Nelle ore precedenti il chief executive era stato più esplicito e preciso nell'ammettere, a causa dello scandalo di Cambridge Analytica, una «rottura nel rapporto di fiducia» con il pubblico e nel delineare i passi da intraprendere. In una presa di posizione su Facebook stesso, ha riconosciuto la «responsabilità di proteggere i vostri dati» e il fatto che «se non lo sappiamo fare non meritiamo di servire» gli utenti. Il top executive ha elencato, tra le riforme, le seguenti: verranno indagate tutte le app che hanno avuto in passato accesso a vasti dati; esaminate app che abbiamo attività sospette; messi al bando sviluppatori che non si sottomettano a controlli o che abbiano manipolato informazioni personali; ristretto ulteriormente in futuro l'accesso ai dati da parte di sviluppatori; richiesto il consenso esplicito e scritto, sotto forma di un contratto, degli utenti per poter accedere a post o informazioni private.

Zuckerberg e il suo braccio destro, il direttore operativo Sheryl Sandberg, hanno ricevuto nelle ultime ore il pieno appoggio del board del gruppo agli sforzi di riscossa. Un comunicato afferma che i due dirigenti sono impegnati assieme al consiglio di amministrazione a risolvere i problemi e che Zuckerbeg e Sandberg sono «essenziali al futuro della società». Adesso non resta che convincere tutti gli altri.

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