Non solo nuovi dazi, ma anche nuovi divieti sull’import di rifiuti. La Cina si dice «pronta a reagire agli effetti negativi della guerra del commercio globale e spera che gli Usa non sottovalutino le sue contromosse».
Per questo, ha detto Gao Feng, il portavoce del ministero del Commercio, «la Cina imporrà dazi temporanei sulla gomma importata da Stati Uniti, Unione europea e Singapore». Il divieto scatta dal 20 aprile, il prodotto chimico finito nel mirino colpisce soprattutto la multinazionale petrolifera Exxon Mobile.
Nel frattempo il ministero dell’Ambiente annunciava l'allargamento, entro il 2019, del divieto all'import di ben 16 categorie di rifiuti e di prodotti chimici, destinato a scattare l'anno prossimo. Prodotti che si aggiungono ai divieti imposti, a partire dall'inizio di quest'anno, una congerie del peso di 47 milioni di tonnellate già nel 2017.
Su un altro fronte la Cina rintuzza possibili accuse, ed è quello della fuga di capitali indotta dalle incertezze della guerra commerciale. Il pericolo esiste, ma Pechino si dice convinta di poterlo tenere a bada. Intanto, però, la situazione di Hong Kong è molto difficile. La difesa della moneta locale è costata cara, circa 51, 3 miliardi di Hong Kong dollars, la divisa si è deprezzata fino a raggiungere i minimi dal 2005 incentivando la fuga all'estero di capitali.
Ancor più agitate le acque per le dinamiche di investimento tra i vari blocchi che potrebbero essere ulteriormente penalizzati. Uno studio congiunto Rhodium-Mercator presentato oggi stigmatizza infatti un «significativo divario nell'apertura degli investimenti», con la Cina che danneggia gli interessi del blocco europeo. Di qui la necessità – affermano i curatori dello studio - di ribilanciare i rapporti in gioco.
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