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Fondi condizionati al rispetto delle regole nel nuovo budget Ue

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Fondi condizionati al rispetto delle regole nel nuovo budget Ue

La Commissione europea ha presentato ieri una attesa proposta di bilancio 2021-2027, che per la prima volta condiziona l’uso dei fondi europei al rispetto dello Stato di diritto. Inoltre, il pacchetto - che ora dovrà essere approvato all’unanimità dai Paesi dell’Unione - prevede la nascita di nuove risorse proprie, oltre all’imposta per il valore aggiunto e ai dazi commerciali. Infine, il progetto dell’esecutivo comunitario prevede 55 miliardi di euro a favore della zona euro, in due diversi capitoli.

«Oggi è un momento importante per la nostra Unione – ha detto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, parlando davanti al Parlamento europeo –. Per la prima volta nella nostra storia un meccanismo legato allo Stato di diritto garantirà una gestione efficace del bilancio e proteggerà il denaro dei contribuenti. Il compito ora spetta al Parlamento e al Consiglio. Credo che un accordo debba essere trovato entro le elezioni parlamentari del prossimo anno».

LA PROPOSTA DI RIPARTIZIONE DEL BILANCIO COMUNITARIO
(*) a prezzi correnti; (Fonte: Commissione Ue)

La taglia del bilancio dipende dal criterio che viene utilizzato. Non è un caso. È un modo perché ogni Paese possa trovarvi il proprio beneficio, a negoziati conclusi. Il pacchetto finanziario per il periodo 2021-2027 ha un valore in prezzi correnti (ossia tenendo conto dell’inflazione) di 1.279 miliardi di euro, in leggero aumento rispetto al bilancio precedente. In tutto, in termini di impegni, l’1,114% del reddito nazionale lordo, compreso il Fondo europeo di sviluppo.

Interessante è in particolare l’innovativo meccanismo che condiziona l’uso di fondi europei al rispetto dello Stato di diritto. Il regolamento proposto ieri prevede che sia possibile, su raccomandazione della Commissione, «sospendere, ridurre, o restringere l’accesso al finanziamento europeo in modo proporzionato a seconda della mancanza di rispetto dello Stato di diritto». L’ultima parola spetterà ai Paesi membri, a maggioranza. I governi colpiti dalla misura dovranno comunque garantire i programmi comunitari.

Sempre ieri, Bruxelles ha preannunciato che vuole presentare meccanismi che permettano «di migliorare il legame tra il bilancio comunitario e il Semestre Europeo», vale a dire il sistema di coordinamento delle politiche economiche nazionali. L’idea non piace all’Italia. Nel tentativo di rafforzare l’unione monetaria, l’esecutivo comunitario propone altresì uno strumento finanziario del valore di 25 miliardi di euro per facilitare anche a livello tecnico l’adozione di riforme a livello nazionale.

Nel contempo, la proposta di bilancio comunitario prevede anche un’altra posta dedicata ai Paesi membri dell’unione monetaria. Non è un vero bilancio della zona euro, come chiesto dalla Francia, e dall’Italia, ma un primo passo in quella direzione. L’obiettivo del fondo, del valore fino a 30 miliardi di euro, è di affrontare meglio eventuali shock asimmetrici. Il denaro non sarà a fondo perduto, ma si tradurrà in prestiti garantiti dal bilancio comunitario agli stati membri.

Il bilancio per il periodo 2021-2027 è un pacchetto delicato perché deve tra le altre cose risolvere il buco finanziario provocato dall’uscita della Gran Bretagna dall’Unione. Nel contempo, deve ridirigere il denaro verso le nuove priorità dell’Unione: la sicurezza, l’immigrazione, la ricerca. In questo senso, il progetto di bilancio prevede una riduzione di due storici capitoli dell’integrazione comunitaria: i fondi per l’agricoltura, in calo del 5%; e per la coesione, in diminuzione del 7%. La distribuzione del denaro nel campo della coesione avverrà sulla base non solo dei livelli economici, ma anche di altri fattori: la disoccupazione, i cambiamenti climatici e l’accoglienza dei migranti. Dettagli verranno pubblicati a fine maggio.

«Serve un governo italiano autorevole per fare in modo che si riducano i tagli all’agricoltura» e «verificare che sui fondi di coesione non ci siano tagli per le regioni italiane e le isole», ha commentato il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani mentre Confindustria, sottolineando che la sfida principale di fronte all’Europa è legata alla competitività, fa notare che «per l’industria italiana è fondamentale mantenere la centralità della politica di coesione e in generale dei finanziamenti destinati alle infrastrutture, che non vanno ridotti perché volàno di crescita economica imprescindibile per il nostro sistema produttivo. Occorrerà ora assicurare che vengano semplificate e rese più veloci e trasparenti le procedure per l’utilizzo dei fondi, al fine di massimizzare l’efficacia delle risorse pubbliche».

La proposta della Commissione contiene aspetti controversi: le condizioni poste all’uso dei fondi europei; i trasferimenti di denaro da Est a Sud, per via della crisi migratoria; e appunto i tagli alla coesione e all’agricoltura che hanno provocato critiche di molti deputati italiani. Il premier olandese Mark Rutte ha spiegato che i costi per i contribuenti del suo Paese sono «troppo elevati». In compenso, il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas ha detto che la Germania è pronta a pagare di più. La partita negoziale è appena iniziata.

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