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La quarta volta dello zar Putin al Cremlino, l’ultima (in teoria)

Vladimir Putin dopo la cerimonia di insediamento al Cremlino
Vladimir Putin dopo la cerimonia di insediamento al Cremlino

Sei anni ancora all’insegna della stabilità, «senza scuotere la barca», per poter far fare alla Russia «progressi in ogni ambito, economico e tecnologico». È la promessa di Vladimir Putin al proprio Paese, ripreso in mano per la quarta volta. In teoria, l’ultima.

Lunedì mattina Putin è arrivato al salone di Sant’Andrea direttamente dal proprio ufficio, sempre al Cremlino, senza attraversare la città e senza bagni di folla. A bordo di una limousine nera made in Russia, non più le Mercedes importate che spariranno di scena. Questa “inaugurazione 4.0”- l’insediamento al quarto mandato da presidente, per altri sei anni, dopo il 76,6% dei voti conquistati al voto di marzo - vuole continuità sfidando le proteste dell’opposizione, che due giorni prima era scesa in piazza per proclamare che «Putin non è il nostro zar!»; vuole patriottismo, indipendenza dall’Occidente, modernizzazione e sviluppo dell’economia nazionale sfidando le sanzioni e le tensioni internazionali. Spiegando di avvertire «il colossale senso di responsabilità», Putin ha promesso una Russia assertiva sullo scenario internazionale, spalleggiata dalla propria forza militare.

Continuità anche nella scelta dei collaboratori. Smentendo chi si attendeva qualche sorpresa, Putin ha invece confermato al proprio fianco il leale Dmitrij Medvedev, che resterà alla guida del governo come ha fatto dal 2012, dopo la ratifica pro forma della Duma. E Medvedev, nelle prime indicazioni sui ministri, ha pronunciato nomi di gente fidata, a partire dal ministro delle Finanze Anton Siluanov, indicato come primo vicepremier responsabile per la politica economica. Secondo alcuni osservatori, Putin potrebbe affiancargli un nome autorevole dal campo delle riforme, e rispettato in Occidente, quello dell’ex ministro delle Finanze Aleksej Kudrin.

Di fronte non c’è un’agenda facile: la ripresa dell’economia russa è messa in pericolo dall’arrivo di una nuova ondata di sanzioni dagli Stati Uniti, e anche con l’Europa quest’epoca di tensioni complica la cooperazione economica e lo sviluppo degli investimenti. Kudrin potrebbe aiutare a ricostruire i ponti. All’orizzonte, ora che Putin ha avviato l’ultimo mandato presidenziale permesso dalla Costituzione, incombe anche l’incertezza su quanto avverrà dopo di lui, sul possibile erede, o su un rinnovo della presidenza Putin grazie a qualche riforma istituzionale.

Per il momento Putin, dopo aver giurato sulla Costituzione al Cremlino, ha ripetuto quello che considera lo scopo della propria vita: servire il popolo russo, e la Patria. Almeno per sei anni, nulla cambierà.

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