La Cina ridurrà al 15% i dazi all'importazione sulle autovetture, dando così impulso ai produttori di auto di lusso come Bmw e l'unità Lexus di Toyota Motor Corp. Il Consiglio di Stato, il governo cinese, ha deciso di ridurre il prelievo dal 25% attuale, prelievo in vigore per più di un decennio.
La riduzione dei dazi all'importazione è stata decisa dopo la tregua tra Usa-Cina sui dazi per scongiurare una vera e propria guerra commerciale a tutto campo. La riduzione del prelievo potrebbe avvantaggiare non soltanto i produttori automobilistici statunitensi come Tesla e Ford, ma anche i produttori europei e asiatici, da Daimler a Toyota. Questa mossa, unita a altre iniziative come il riavvio di una revisione della domanda di Qualcomm Inc. per l'acquisizione di NXP Semiconductors NV, segna una posizione conciliante da parte cinese.
Nel dettaglio, saranno soprattutto le automobili di fascia alta a risentire degli effetti di una riduzione delle tariffe perché la loro produzione si è spostata in misura minore a livello locale. Tra queste, ad esempio, Lexus.
Calano anche i dazi sulla componentistica
Il ministero delle Finanze ha dato una descrizione più dettagliata dell'operazione in vigore dal primo luglio interessando sia le auto a combustibili fossili sia quelle a nuova alimentazione (Nev): i dazi dal 25% al 15% riguardano 125 modelli di veicoli; altre quattro tipologie di tariffe sul settore scenderanno dal 20% al 15%; su 79 parti e componenti di veicoli i dazi passeranno al 6% dall'attuale 8-25 per cento. La Cina ha importato 1,22 milioni di veicoli nel 2017, pari a circa il 4,2% delle vendite totali del primo mercato al mondo delle quattro ruote di circa 28,9 milioni di veicoli. Dei 51 miliardi di dollari di valore, circa 13,5 miliardi derivano dal Nord America includendo anche i modelli di case non americane come Bmw.
Nuovi segnali di tregua giungono anche sul fronte caldo delle telecomunicazioni. Washington e Pechino sono inoltre vicine a un accordo che eliminerebbe il bando degli Stati Uniti che vieta alle ditte americane di rifornire la società di telecomunicazioni cinese ZTE Corp, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters.
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