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MERCATO VALUTARIO

La lira turca affonda ai minimi storici. Banca centrale «prigioniera» di Erdogan

Banconote turche (Afp)
Banconote turche (Afp)

La Banca centrale turca continua a mostrarsi riluttante ad agire sui tassi, considerati l'unica arma possibile per contrastare un'inflazione galoppante, e questo sta facendo crollare la lira, che è stata ridenominata nel 2005 e che continua ad aggiornare al ribasso i minimi storici sul dollaro. Oggi la valuta turca è arrivata a perdere il 5,5% a 4,9253 per dollaro e al momento scende del 3,6% a 4,8454 per dollaro, dopo avere bruciato il 19% in un mese e il 34% in un anno, a fronte di un'inflazione in netto rialzo e un enorme deficit corrente. Inoltre, il rendimento dei titoli decennali denominati in lire turche è salito al 15,15%, il massimo storico.

La moneta turca ha cominciato ad accelerare i cali da quando, la settimana scorsa, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha fatto capire che vorrebbe avere maggiore presa sulla politica monetaria e ha definito un rialzo dei tassi come “la madre e il padre di tutti i mali”, mettendo al centro della sua campagna per la rielezione proprio la promessa di una politica accomodante ancora a lungo.

La Banca centrale, che si riunirà il 7 giugno per discutere un eventuale rialzo dei tassi, anche se gli economisti chiedono un incontro più urgente, ha messo in chiaro con gli investitori che stanno puntando contro la valuta di essere pronta ad agire, ma di fatto non ha ancora preso provvedimenti, anche a causa delle pressioni di Erdogan, che non vorrebbe decisioni prima delle elezioni del 24 giugno. Secondo gli analisti di Hsbc «un rialzo dei tassi di interesse di meno di 2 punti percentuali non sarebbe sufficiente a stabilizzare la lira», considerando che un mese fa la Banca centrale ha alzato il costo del denaro dello 0,75 per cento.

«La lira sta perdendo molto più di qualunque altra valuta, con eccezione del peso argentino, proprio a causa della mancanza di fiducia nella banca centrale», ha detto Per Hammarlund, esperto di mercati emergenti per Seb, spiegando che sulla valuta pesano anche le incertezze sulla stabilità dei mercati finanziari turchi. Non aiuta neppure il rialzo del petrolio, visto come un problema per la Turchia, che importa grandi quantità di greggio denominato in dollari.

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