Almeno 46 migranti morti e altri 67 tratti in salvo, tunisini e di altre nazionalità. Questo il bilancio, per ora purtroppo solo provvisorio, di un naufragio avvenuto nella notte al largo delle isole Kerkennah, in Tunisia, secondo il ministero dell'Interno. Le unità di soccorso della marina tunisina, si legge nella nota, sono intervenute dopo l'Sos per un peschereccio in difficoltà. Secondo fonti locali a bordo dell'imbarcazione viaggiavano oltre 180 persone: mancherebbero all’appello, quindi, una settantina di persone. Un sopravvissuto al naufragio ha confermato la stima, dichiarando alla radio locale Mosaique Fm che che il numero di morti «supera di gran lunga» quello dei corpi ripescati.
L’imbarcazione, sempre secondo il testimone, è salpata ieri sera intorno alle 20:30 e ha iniziato a imbarcare acqua fino a inabissarsi. La Guardia costiera tunisina sta proseguendo le operazioni di ricerca. La tragedia arriva nel giorno di un’altra strage del mare: un motoscafo è affondato al largo delle coste turche, nel mar Egeo, causando nove vittime. Tra queste ci sono sei bambini. Lo riferisce l'agenzia di stato turca, Anadolu.
Salvini: basta pregare, stop sbarchi
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha commentato il naufragio al largo della Tunisia, dichiarando che «pregare e commuoversi non basta». L’obiettivo, ha proseguito il segretario della Lega, è «salvare le vite. E questo lo si fa impedendo le partenze dei barconi della morte che sono un affare per qualcuno e una disgrazia per il resto del mondo. Stiamo lavorando senza bacchette magiche per ottenere meno sbarchi, più espulsioni, più sicurezza e per bloccare e tagliare un enorme giro d'affari»
Salvini, a Catania per la conferenza del candidato sindaco del centrodestra Salvo Pogliese, ha dichiarato che non vuole assistere «senza far nulla a sbarchi su sbarchi su sbarchi. Servono centri per espellere. Basta alla Sicilia campo profughi d’Europa».
Salvini ha aggiunto di essere «stato al Viminale. Ho aperto diversi fascicoli e ho scoperto che in Italia il costo di assistenza per i richiedenti asilo è il più caro d'Europa e i tempi di rilascio delle autorizzazioni i più lenti. Daremo risposte concrete». Le parole del leader leghista hanno scatenato diverse polemiche, con scetticismi anche interni al suo partito. Il presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni, ha spiegato in un’intervista che «non è facile» espatriare i migranti. «L'immigrazione è un tema complicato - ha detto - Rimandare a casa i migranti non è così semplice. Consiglierei prudenza, prima di dire che ne rimandiamo a casa 100mila»
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