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Ora per i titoli di Atene potenzialità superiori ai BTp

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come cambia il rischio paese

Ora per i titoli di Atene potenzialità superiori ai BTp

(Reuters)
(Reuters)

Adesso i bond greci possono fare meglio dei BTp. Parola degli analisti di SocGen, che nei giorni scorsi hanno pubblicato un report in cui, analizzando il contesto di mercato dei bond governativi dei Paesi periferici dell’Eurozona, hanno espresso maggiore fiducia sulle potenzialità dei titoli greci rispetto a quelli italiani. Nonostante tra i due Paesi ci sia una chiara differenza in termini di forza dell’economia (il Pil italiano è dieci volte quello greco), indebitamento (in Grecia il rapporto debito Pil è al 180% contro il 132% italiano) e rating (l’Italia ha ancora una classificazione “investment grade” mentre la Grecia resta a livello “spazzatura”). Perché? La differenza la fanno le prospettive future. L’orizzonte per la Grecia si sta rischiarando: il Paese nel 2019 tornerà a rifinanziarsi sui mercati (finora sono stati fatti solo collocamenti di sindacato riservati a investitori specializzati).

Per l’Italia invece le nubi sono all’orizzonte. Il Paese si prepara a varare una legge di bilancio su cui forse si andrà allo scontro con l’Europa e nei prossimi giorni dovrà fare i conti con il giudizio delle agenzie di rating. Sia Fitch che Moody’s, che si pronunceranno rispettivamente il 31 agosto e il 7 settembre, hanno espresso giudizi negativi sulle ricette di politica economica del nuovo esecutivo e quest’ultima potrebbe declassare il nostro merito di credito visto che ha tagliato l’outlook.

L’Italia ha perso il favore dei mercati e gli investitori esteri, ha certificato nei giorni scorsi Bankitalia, tra maggio e giugno hanno scaricato Btp per 58 miliardi di euro. In questo contesto, il contagio verso gli altri Paesi periferici dell’area euro è stato contenuto. Lo dimostra in primo luogo l’impennata del differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e gli analoghi Bonos spagnoli che nei giorni scorsi ha toccato quota 172 punti base come non accadeva dalla fine del 2011. Ma anche altri indicatori. Uno di questi, per tornare al tema iniziale, è proprio lo spread tra i titoli italiani e quelli greci. Secondo gli analisti di SocGen il differenziale tra i titoli dei due Paesi è destinato a restringersi nei prossimi mesi.

Questo processo, in realtà, è iniziato da tempo. Lo spread tra i BTp e i decennali greci, che ai picchi della crisi era a quota 4000, all’inizio di quest’anno viaggiava intorno ai 350 punti base, nei giorni scorsi è sceso fino a 125 punti. Non si vedevano numeri del genere dalla fine del 2009. Anche il mercato dei credit default swap testimonia il diverso approccio degli investitori ai due Paesi. Il prezzo dei derivati che che gli investitori utilizzano come polizza di assicurazione sul rischio default dell’Italia nell’ultimo anno è cresciuto dell’88% tornando sui massimi dal 2014. Quello dei cds greci è sceso del 26% arrivando, a gennaio di quest’anno, a scendere sotto i 300 punti come non accadeva dal 2010.

Sebbene il premio di rischio rispetto all’Italia sia sceso molto, la Greciacontinua a essere considerata meno affidabile dell’Italia. Il discorso non vale invece per un altro Paese che, come la Grecia, è stato commissariato dalla Troika a seguito del salvataggio del 2010: il Portogallo. Nonostante il Paese abbia un rating più basso dell’Italia i rendimenti dei titoli di Stato lusitani sono più bassi rispetto a quelli dei BTp: il costo di rifinanziamento del debito portoghese è nullo o negativo fino alla scadenza dei tre anni.

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