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Chengdu e Shanghai le prossime «passerelle» per il Made in Italy

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Chengdu e Shanghai le prossime «passerelle» per il Made in Italy

Shanghai  (Afp)
Shanghai (Afp)

La carica delle aziende italiane in Cina. Dopo la doppia missione ufficiale - del ministro dell’Economia Giovanni Tria e del sottosegretario allo Sviluppo economico Michele Geraci - l’avvicinamento del made in Italy al mercato cinese proseguirà direttamente con le imprese che parteciperanno alle prossime due grandi fiere in programma: la Western China International Fair di Chengdu, dal 20 al 24 settembre, e la prima China International Import Expo di Shanghai (5-10 novembre).

Due fiere molto diverse tra loro. La fiera di Chengdu è alla 17esima edizione, è aperta anche ai consumatori e la strategia di supporto italiana, coordinata dall’Agenzia Ice, punta a focalizzare la partecipazione sulle aziende, i prodotti e i servizi del made in Italy che sono già disponibili in Cina. Quindi soprattutto un’opportunità di consolidamento. La fiera di Shanghai, alla sua primissima edizione, ha invece un’impostazione business to business: una grande kermesse per gli importatori cinesi, secondo un piano che fu delineato nel maggio 2017 in prima persona dal presidente Xi Jinping. In questo caso la chance è soprattutto per imprese al debutto, che vogliono sperimentare il mercato cinese.

A Chengdu l’Italia al centro
Si parte dunque con Chengdu, dove l’Italia è il paese ospite d’onore (nelle precedenti edizioni era toccato a Francia e Germania)e la delegazione italiana dovrebbe essere guidata dal ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio con la presenza anche stavolta del sottosegretario Geraci. La fiera presenta opportunità legate nel Sud-Ovest della Cina alle due strategia Go West e Belt and Road initiative (la nuova Via della seta).Il Padiglione Italia curato dall’Ice ospiterà 55 aziende, 9 del settore sanità-medicale, 4 dell’hi-tech, 9 dell’area energie pulite, urbanizzazione sostenibile, 9 del turismo e lifestyle e 24 dell’agroalimentare (con una ricca rappresentanza di imprese vitivinicole a testimoniare uno degli obiettivi chiave: crescere nel mercato enologico della Cina). Oltre alle aziende del padiglione ufficiale, dovrebbero arrivarne almeno un’altra trentina che hanno risposto a bandi privati della Fondazione Italia Cina e di Only Italia.

Il maxi-evento di Shanghai
Per alcuni osservatori l’evento di Shanghai sarà soprattutto una “passerella” politica, per accreditarsi nei confronti di un sistema che da un anno e più si è mosso in moto a grande velocità per realizzare l’obiettivo dettato direttamente dal presidente Xi Jinping. Ma secondo gli addetti commerciali all’opera sul posto in realtà è una vera opportunità per instaurare contatti e successivamente trasferirli in veri e propri ordini. Gli organizzatori cinesi stimano un afflusso di 50mila buyer locali, un numero enorme forse senza precedenti se sarà effettivamente raggiunto. In totale, l’Italia sarà in forze con circa 200 aziende, delle quali 86 saranno presenti nel padiglione collettivo Ice, mentre le altre parteciperanno autonomamente o all’interno di collettive italiane organizzate da altri enti. In prevalenza saranno aziende di piccole e medie dimensioni e debuttanti sul campo da gioco cinese, al primo tentativo cioè di sperimentare direttamente sul posto l’approccio con questo complicato mercato. Il target è molto preciso: importatori di quattro grandi aree, cioè il settore medicale, gli accessori e i beni di consumo dalla moda ai gioielli, il food and beverage e l’hi-tech con soluzioni che vanno dall’Ict di base all’intelligenza artificiale e la robotica.

Il “sistema Italia” trasmette ottimismo alla vigilia di questi due eventi. «Le recentissime visite del ministro dell’Economia e Tria e del sottosegretario Geraci - commenta il nostro ambasciatore in Cina, Ettore Francesco Sequi - hanno confermato la grande vitalità delle relazioni bilaterali. Gli appuntamenti fieristici a Chengdu e Shanghai offriranno alle nostre imprese l’opportunità di confermarsi partner strategici per lo sviluppo del mercato interno cinese che affronta oggi una trasformazione incentrata su tre concetti chiave: qualità, innovazione e bellezza. Su questa base riteniamo che l’Italia sia un partner ideale e le nostre aziende le più qualificate per rispondere alle nuove esigenze del consumatore cinese».

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