NEW YORK - La guerra dei dazi tra Cina e Stati Uniti cancella un milione di nuovi posti di lavoro di Alibaba negli Stati Uniti.
Jack Ma, l'uomo più ricco della Cina, presidente del colosso dell'e-commerce, era un fan della prima ora di Donald Trump.
Aveva incontrato il presidente eletto alla Casa Bianca nel gennaio 2017, prima ancora del suo insediamento. “Jack e io faremo
grandi cose assieme”, aveva detto Trump dopo quell'incontro.
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Il manager cinese aveva promesso di creare un milione di nuovi posti di lavoro in cinque anni. Favorendo l'accesso delle Pmi
americane sulle piattaforme di e-commerce di Alibaba per vendere prodotti made in Usa in Cina, attraverso i market place Tmall
e Taobao. La stima del milione dei posti di lavoro era legata al fatto che in media ogni azienda che entra nel giro delle
vendite online di Alibaba è “costretta” ad assumere una nuova persona per gestire le nuove vendite generate dal commercio
digitale cinese. Non è una stima esagerata. Considerando che in Cina mezzo miliardo di consumatori acquista abitualmente da
Internet. E che Alibaba è il monopolista del mercato: ogni cinque dollari spesi per un acquisto online in Cina, quattro finiscono
al gruppo di Jack Ma.
Alibaba è cinese ma a Wall Street capitalizza 429 miliardi di dollari. L'Ipo della società nelle Borsa americana fu la più
grande di sempre: raccolse 25 miliardi di dollari in poche ore.
Jack Ma è stato costretto a cambiare idea dopo i nuovi dazi del 10% decisi da Trump su 200 miliardi $ di import cinese, e
dopo i 60 miliardi di controdazi annunciati da Pechino in risposta alle mosse americane. Nel suo ultimo discorso agli azionisti
di Alibaba come presidente – dalla prossima settimana lascerà le cariche operative del gruppo al suo delfino, Daniel Zhang,
per dedicarsi ad attività filantropiche legate all'educazione - ha detto che non ci sono più le condizioni per mantenere le
promesse fatte a Trump.
“L'impegno di creare un milione di nuovi posti di lavoro era basato su rapporti di cooperazione amichevole tra Cina e Stati
Uniti che non ci sono più”. La “trade war” tra Stati Uniti e Cina porterà conseguenze nefaste per entrambi le parti per i
prossimi venti anni secondo Ma. I dazi avranno un pesante impatto negativo immediato sia sulle società cinesi che su quelle
straniere. Il numero uno di Alibaba prevede che molte aziende cinesi, nel medio termine, sposteranno le produzioni in altri
paesi per evitare l'impatto delle tariffe.
“Potete vincere la battaglia ma perderete la guerra”, ha detto l'imprenditore cinese nella conferenza davanti agli investitori, con toni poco amichevoli verso gli Stati Uniti. Il numero uno di Alibaba nel lungo termine intravede la necessità di stabilire nuove regole commerciali mondiali: “Anche quando Trump non ci sarà più, il nuovo presidente che arriverà continuerà sulla sua strada. Noi abbiamo bisogno di nuove regole commerciali, e bisogna fare tutti gli sforzi per rilanciare il Wto e le sue regole multilaterali”.La Cina nei prossimi anni, secondo lui, concentrerà i suoi sforzi per aumentare le esportazioni sulla Via della Seta, tra Africa, Medio Oriente, Sud Est Asiatico ed Europa. Sull'antica via di Marco Polo che è al centro dei programmi di sviluppo pluriennali di Pechino.
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