Mondo

Merkel vacilla dopo l’«umiliazione» al Bundestag

  • Abbonati
  • Accedi
RIVOLTA INTERNA A CDU-CSU

Merkel vacilla dopo l’«umiliazione» al Bundestag

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
FRANCOFORTE - La leadership di Angela Merkel vacilla e non smette di vacillare, giorno dopo giorno. La cancelliera al potere da 13 anni sta perdendo la presa sul suo partito, sugli elettori, sulla Germania.

GUARDA IL VIDEO / Il caso Maasen agita Berlino, nuova grana per Merkel

Al suo quarto mandato alla guida di un governo di coalizione, la Merkel ha dovuto incassare martedì una clamorosa sconfitta personale, la perdita del suo più fedele e stretto collaboratore: Volker Kauder, presidente del gruppo parlamentare dell'Unione CDU/CSU da tredici anni. Ministri e sottosegretari si sono succeduti attorno alla Merkel in tutti questi anni in cancelleria, ma lui è sempre rimasto, un punto fermo e solido. La sua uscita di scena è dunque il simbolo della trasformazione in atto nella politica in Germania.

In un voto che ha materializzato i malumori del centrodestra tedesco e la voglia di cambiamento, il cinquantenne e poco conosciuto Ralph Brinkhaus ha sconfitto il 69enne Kauder, considerato non tanto uno stratega di altissimo profilo ma un politico capace di fare squadra, di trovare il compromesso e di controbilanciare i punti di debolezza della Merkel.
«È una sconfitta di un processo democratico», ha detto la Merkel, razionalizzando e ridimensionando un avvenimento che invece sui media in Germania e nei circoli politici ha sollevato sconcerto e un grande polverone. «Un'umiliazione» che secondo l'SPD dovrà essere seguita da un voto di fiducia.

La sconfitta di Kauder, che ha perso con 112 voti contro 125 in un ballottaggio interno, è dunque una sconfitta personale della Merkel e segue di pochi giorni il pasticcio politico sulla rimozione del capo dei servizi segreti Hans-Georg Maasen, e che prosegue sulla scia della rivolta del ministro degli Interni Seehofer sui richiedenti asilo che ha messo in crisi la tenuta della GroKo. Angela Merkel può mettere la firma sul più lungo ciclo economico in crescita dalla riunificazione, sulla disoccupazione ai minimi storici, sul debito/Pil che calerà sotto il 60% l'anno prossimo. Ma non basta. L'elettorato tedesco è scontento, è disorientato, la Germania sta invecchiando e sta invecchiando male. E vede nella Merkel il volto di questo declino.

© Riproduzione riservata