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Casaleggio, interferenze sugli eurodeputati M5S. Parlamento Ue avvia istruttoria

Beppe Grillo, Davide Casaleggio, Luigi Di Maio (Afp)
Beppe Grillo, Davide Casaleggio, Luigi Di Maio (Afp)

L’ufficio di presidenza dell’Europarlamento ha avviato una istruttoria sulle «interferenze» della Casaleggio associati sul mandato dei parlamentari del Movimento Cinque stelle. Le indagini fanno seguito alla denuncia di Daniela Aiuto, deputata grillina uscita dal gruppo per le «intromissioni della Casaleggio» nella sua attività a Bruxelles e Strasburgo. A quanto sostiene Aiuto in un’intervista a La Stampa, pubblicata il 10 ottobre 2018, la Casaleggio avrebbe esercitato un controllo sempre più invasivo sulla vita e le comunicazioni private dei parlamentari eletti alle scorse europee.

Fra gli esempi più eclatanti, dice Aiuto, c’è stata la richiesta di «consegnare password dei propri profili social» a Cristina Belotti, oggi portavoce di Di Maio al ministero del Lavoro e già responsabile della comunicazione del gruppo a Bruxelles. Ora Aiuto dovrà essere ascoltata dal presidente dell’Eurocamera Antonio Tajani, con l’obiettivo di far emergere - eventuali - violazioni alla libertà degli europarlamentari. Il numero uno dell’Eurocamera ne ha parlato oggi, conferma un portavoce del Parlamento Ue al Sole 24 Ore. La richiesta di avviare le indagini è partita da David Sassoli, europarlamentare del Partito democratico.

Come il regolamento Ue tutela gli eurodeputati
Nella sua intervista, Aiuto ha dettagliato le intromissioni che avrebbe subìto da rappresentanti della Casaleggio associati, l’azienda milanese di consulenza che cura le piattaforme online del Movimento cinque stelle. Aiuto, che si era già autosospesa nel 2017 per il coinvolgimento in una inchiesta sull’uso dei rimborsi, ha rotto con i Cinque stelle in concomitanza con il suo j’accuse dalle pagine del quotidiano torinese. Gli eurodeputati grillini, ha detto, sono «al servizio della comunicazione, e non il contrario. Comunicazione fatta di persone di solito provenienti dalla Casaleggio». Se accertato, il pressing dell’azienda sui deputati europei andrebbe a violare uno dei principi-cardine delregolamento del Parlamento europeo: l’indipendenza del mandato, tutelata dall’articolo 2 del testo. « I deputati - si legga sull’articolo - esercitano il loro mandato liberamente e in modo indipendente e non possono essere vincolati da istruzioni né ricevere alcun mandato imperativo». In altre parole, il parlamentare deve essere libero nelle sue decisioni e non subire alcuna forma di «mandato» diverso da quello degli elettori.

I Cinque stelle smentiscono: mai ricevuto richieste simili
Il Movimento cinque stelle smentisce la ricostruzione proposta da Aiuti. «Da Cristina Belotti, Davide Casaleggio o da altri non abbiamo mai ricevuto una simile richiesta, né tantomeno interferenze sulla nostra attività politica e istituzionale - fa sapere la delegazione M5S al Parlamento europeo - L'account social di un personaggio politico è notoriamente gestito da professionisti, i social media manager: per svolgere il loro lavoro su Facebook non hanno bisogno delle password private ma devono essere semplicemente nominati “editor” proprio dal titolare dell'account».Gli eurodeputati grillini contestano anche la definizione stessa di «istruttoria» utilizzata da David Sassoli: «Ieri non è stata aperta nessuna “istruttoria” - si legge nella nota del gruppo - ma il Presidente Tajani ha semplicemente deciso di ascoltare la versione dell'eurodeputata. Come è prassi in questi casi».

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