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Brexit: raggiunto accordo preliminare, May convoca il governo

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ore decisive tra Londra e bruxelles

Brexit: raggiunto accordo preliminare, May convoca il governo

I negoziatori britannici hanno raggiunto l’intesa su una bozza di accordo per la Brexit a Bruxelles, classificata da alcune testate come un documento «preliminare». Il testo sarà discusso mercoledì pomeriggio in una riunione del Gabinetto, l’istituzione che raccoglie i ministri più importanti del governo, convocata da Theresa May per le 14 (le 15 italiane). In attesa del vertice, i ministri sono stati chiamati martedì sera per degli incontri uno ad uno con Theresa May. Una prassi «eccezionale», come non avveniva dal 1990. La bozza di accordo, a quanto riporta la Bbc, sarebbe lunga oltre 500 pagine e concordata dalle parti «solo a un livello tecnico».

L’organismo dovrà decidere sui prossimi passi, dando il suo eventuale via libera allo step successivo dei negoziati. In caso di voto favorevole del Parlamento, si passerebbe alla convocazione di un summit definitivo tra Londra e Ue per formalizzare l’intesa. Ma l’esito è tutt’altro che scontato. I membri del gabinetto sono stati invitati a «studiare bene il testo» prima dell’incontro. Prima della notizia dell’accordo, a quanto pare contenuta in una email istituzionale, si erano rincorsi rumor su una maggiore probabilità dello scenario no-deal anche fra i team impegnati nel dialogo a Bruxelles.

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I media: accordo formalizzato, non stabilizzato
L'accordo resta ancora ufficialmente da confermare, ma la convocazione del governo May certifica l’esistenza di una bozza. Fonti citate dai media britannici parlano di un’intesa «stabilizzata, ma non formalizzata». Mentre il governo di Dublino, origine delle prime indiscrezioni su una possibile intesa, avverte che i negoziati sono in dirittura d'arrivo, «ma non ancora conclusi». «Non commenteremo ulteriormente le indiscrezioni dei media», ha dichiarato alle agenzie un portavoce del ministro degli Esteri irlandese, Simon Coveney.

Il nodo dei confini irlandesi.Johnson: roba da Stato vassallo
Fra i nodi più critici, e tuttora irrisolti, ci sono i confini irlandesi. A meno di cinque mesi dall’uscita del Regno Unito dalla Ue non si è ancora raggiunto un accordo sulla gestione dei rapporti fra Dublino, Londra e l’Irlanda del Nord, lo spicchi dell’Isola sotto il controllo britannico. Stando alle anticipazioni, sul punto chiave del confine fra Irlanda e Irlanda del Nord e del cosiddetto backstop sarebbe stato definito lo scenario di una permanenza temporanea dell'intero Regno Unito nell'unione doganale europea, in attesa della definizione di un'accordo finale sulle relazioni post Brexit.

Un compromesso che rischia di scontentare le ali più intransigenti dei Breexiter, decisi a recidere in maniera più brusca il rapporto con l’Eurozona e il suo quadro regolatorio. Jacob Rees-Mogg, deputato conservatore e accanito euroscettico, ha già fatto sapere che «sarà difficile fidarsi di May» e ha contestato gli equilibri trovati sulla questione irlandese: l’isola si troverà «più sotto il controllo di Dublino, che di Londra». Una voce che si rispecchia in pieno in quella di Boris Johnson, ex ministro degli Esteri e sindaco di Londra: «Questa è roba da Stato vassallo. È un accordo totalmente inaccettabile». Lo scetticismo aleggia anche fra le file dell’opposizione laburista, a partire dal segretario Jeremy Corbyn: «Guarderemo ai dettagli di quello che è stato convenuto domani quando sarà tutto disponibile - ha detto - Ma da quello che sappiamo della gestione confusa di questi negoziati, è improbabile che ne esca un patto positivo per il paese».

La sterlina accelera sulle voci di accordo
Sterlina in generale rafforzamento dopo l'annuncio dell'accordo preliminare sulla Brexit raggiunto tra le delegazioni di Londra e Bruxelles. La valuta britannica tratta sui massimi di seduta: è indicata a 0,8657 per un euro (0,8730 ieri in chiusura), dopo aver toccato un massimo dallo scorso 18 aprile a 0,8656, e passa di mano per 1,3033 dollari (1,2849). Il top contro il biglietto verde è a 1,3047. Anche tra investitori e analisti, comunque, serpeggia la paura che l’accordo si schianti sul tema dei rapporti con Dublino. «Il diavolo sarà nel dettaglio del problema dei confini irlandesi - dice Stephanie Kelly, economista politica alla Aberdeen Standard Investments - Tutto è appeso a quello. May deve ancora convincere i suoi e il resto del parlamento. Non è in alcun modo una conclusione scontata».

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