La minaccia di dazi americani su auto importate negli Stati Uniti si è riaccesa. Il presidente americano, Donald Trump, martedì 13 novembre dovrebbe incontrare il suo team di esperti in ambito commerciale per discutere se procedere o meno con queste tariffe doganali da tempo ventilate. Stando a Bloomberg, alla Casa Bianca sta circolando una bozza di uno studio del dipartimento del Commercio di cui sono però sconosciute le conclusioni. Il dipartimento stesso lo scorso maggio aprì un’inchiesta volta a capire se le importazioni di auto in Usa minacciano la sicurezza nazionale del Paese.
I rischi per la Ue
Si tratta della stessa «scusa» usata dall’amministrazione Trump per imporre dazi sull’acciaio e sull’alluminio in arrivo in
America e che dal primo giugno scorso hanno colpito anche Ue, Canada e Messico. Non è affatto chiaro quali siano le intenzioni
del 45esimo presidente americano, che potrebbe usare la minaccia dei dazi sulle quattro ruote e sulla componentistica come
leva nei negoziati commerciali in corso (quelli con la Ue inclusi). Persino la Corea del Sud, la prima nazione a siglare un’intesa
commerciale con gli Usa di Trump, non ha ancora ricevuto garanzie che le sue auto non verranno tassate.
Oltre la tregua commerciale
In settimana la commissaria Ue Cecilia Malmstrom è attesa a Washington, dove incontrerà il rappresentante commerciale statunitense
Robert Lighthizer in vista di un avvio formale dei negoziati previsto a metà del prossimo gennaio. C’è da capire se durerà
la tregua commerciale raggiunta lo scorso luglio tra Trump e il presidente della commissione Ue, Jean-Claude Juncker. Lunedì General Motors ha virato in calo per poi finire invariato a 35,69 dollari; da inizio anno ha perso quasi il 13%. Fca è scivolato di quasi
il 3% a 15,78 dollari; nel 2018 ha lasciato sul terreno l’11,55%. Ford ha guadagnato l'1,17% a 9,49%; il bilancio dell’anno in corso è pari a un -24%.
Il Sole 24 Ore Radiocor Plus
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