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Casa Bianca contro Huawei: cosa cambia per chi ha uno smartphone e cosa…

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trump contro il colosso cinese

Casa Bianca contro Huawei: cosa cambia per chi ha uno smartphone e cosa succede ora

Il sasso l'ha lanciato il Wall Street Journal: secondo il giornale statunitense, la Casa Bianca, preoccupata dai rischi di sicurezza nazionale, ha avviato una campagna di forti pressioni sui Paesi alleati (Italia compresa) affinché isolino la cinese Huawei e i suoi prodotti nelle telecomunicazioni. Un j'accuse pesantissimo, che apre un nuovo capitolo nella sfida per la supremazia nell'hi-tech fra Washington e Pechino, alle prese con una guerra commerciale che si è acuita pesantemente con la presidenza Trump.

Ma qual è il senso di questo monito americano? E soprattutto, esistono potenziali ricadute sui consumatori (anche italiani) che utilizzano smartphone Huawei? Alla seconda domanda è abbastanza semplice rispondere: no. Pensare che l'allarme trumpiano possa avere impatti su chi oggi ha uno smartphone della casa cinese, o ha intenzione di comprarne uno, è un'ipotesi senza fondamenta, figlia di semplificazioni e sviste grossolane. Huawei fa parte delle tre grandi sorelle, insieme a Samsung ed Apple, che guidano la classifica mondiale dei produttori di smartphone. Ed è per questo che associare il suo business ai telefoni è molto semplice e immediato.

Ciononostante, l'azienda con sede a Shenzhen, è un impero che va ben al di là dell'eldorado degli smartphone. È leader mondiale di sviluppo e soluzioni delle telecomunicazioni, grazie alla sua divisione CNBG (Carrier Network Business Group), seguita da colossi come Nokia ed Ericsson. Huawei è alla base delle infrastrutture di rete di centinaia di Paesi in tutto il mondo. Ed è lì che sono concentrate le paure americane. Non sugli smartphone a tre fotocamere che hanno invaso i nostri negozi.

Un impero da 180mila dipendenti
Pensare a Huawei come a un semplice produttore di smartphone è una grande semplificazione. Chi conosce bene l'azienda cinese, che oggi può contare su 180mila dipendenti in tutto il mondo, sa che il settore dei cellulari è arrivato dopo, e che sta crescendo bene negli ultimi anni, ma che il core business rimane un altro. Il quadro esatto di come vadano le cose a Shenzhen lo racconta l'ultimo bilancio. Nel 2017, il fatturato complessivo del colosso cinese ha raggiunto i 92,5 miliardi di dollari (+15,7% rispetto al 2016). L'utile netto si è attestato sui 7,3 miliardi, con un bel +28,1% rispetto all'anno precedente.

Ma è il dettaglio delle unit a dire come funziona la macchina Huawei: la storica divisione Carrier Business Group, che è quella che si occupa di infrastrutture di rete in tutto il mondo, ha generato un fatturato di 45,7 miliardi di dollari, (+2,5% rispetto all'anno prima). La divisione Enterprise Business Group ha invece generato un fatturato di 8,4 miliardi, (+35,1% rispetto al 2016). Infine la Consumer Business Group, che riguarda i prodotti per consumatori (smartphone e tablet) e include anche il marchio Honor: sono stati 153 milioni gli smartphone distribuiti nel 2017, con un fatturato di 36,4 miliardi di dollari (+31,9% rispetto all'anno prima).

Infrastrutture ovunque
I numeri, dunque, raccontano come non siano i cellulari il core business di Huawei (nonostante questa business unit sia in forte aumento negli ultimi anni), ma le reti, l'architettura e il supporto che l'azienda cinese fornisce agli operatori telefonici di mezzo mondo per ottimizzare il potenziale delle loro risorse di rete. Ed è qui che è concentrato principalmente l'invito di Trump e la paura americana di cyber spionaggio. Per stessa ammissione della società cinese, prodotti e soluzioni Huawei sono ampiamente usati in oltre 170 Paesi in tutto il mondo, servono 46 dei primi 50 operatori mondiali.

La corsa al 5G e la presenza in Italia
I fornitori di rete presenti oggi in Italia sono quattro: Ericsson, Huawei, Nokia e Zte, coi primi tre che si dividono le fette di mercato più cospicue. Ma la vera sfida, adesso, si chiama 5G. Attualmente non sono state ancora aperte le procedure di gara degli operatori mobili per assegnare la realizzazione della rete 5G (mentre sono in corso delle sperimentazioni). Le procedure di assegnazione dovrebbe partire nei primi mesi del nuovo anno, e riguarderanno molto probabilmente due componenti della rete, in maniera distinta: Radio Access Network (ossia le antenne) e CORE Network (ossia l'intelligenza, le infrastrutture dove passano i dati).

La sicurezza è importante in entrambi i casi, ovviamente, senza dimenticare che questo aspetto - col 5G - diventa ancora più importante, entrando in campo sistemi di virtualizzazione di rete e cloud. Huawei sarà di certo un protagonista primario di queste gare. Ed è proprio qui che bisognerà valutare quale sarà stato l'impatto dell'invito di Trump, che ha tuonato forte fra Stati Uniti ed Europa.

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