BRUXELLES – Dopo 18 ore di negoziato notturno, i ministri delle Finanze della zona euro hanno trovato nella notte un accordo su una tabella di marcia da utilizzare per rafforzare ulteriormente l’unione monetaria. Il compromesso, che andrà discusso al vertice europeo di metà mese, rischia di deludere molti osservatori. I Paesi membri non hanno fatto progressi significativi sull’assicurazione in solido dei depositi. In compenso hanno deciso di facilitare eventuali ristrutturazioni dei debiti sovrani.
Il presidente dell'Eurogruppo Mário Centeno ha illustrato l’intesa, spiegando che questa riguarda principalmente la riforma del Meccanismo europeo di Stabilità (Esm) il quale diventerà il paracadute del Fondo europeo di risoluzione prima del previsto, già nel 2020, «purché vi siano state sufficienti riduzioni dei rischi nei bilanci bancari». Decisioni verrebbero prese all'unanimità salvo in casi di urgenza e a quel punto varrà una super maggioranza. Scelte operative potranno essere prese in 12-24 ore.
Proprio oggi i ministri delle Finanze dovrebbero dare il loro accordo politico a una intesa tra Consiglio e Parlamento su un pacchetto di nuove regole creditizie. Il pacchetto bancario prevede due filoni. Il primo è quello dei requisiti di capitale. L'Unione dovrebbe fare proprie le misure di Basilea III che riguardano tra le altre cose le ratio di leva finanziaria. Il secondo filone è relativo alle misure che dovrebbero facilitare la risoluzione di una banca.
Il secondo fronte di riforma della zona euro riguarda il ruolo dell'Esm nella gestione delle crisi finanziarie. L’Esm e la Commissione hanno siglato un accordo di collaborazione su questo specifico versante. Lo stesso Esm potrà garantire linee di credito precauzionali ai Paesi membri, con regole chiare, precise e specifiche condizioni di esigibilità ex ante, ma senza che sia necessario con il governo in crisi negoziare e firmare un vero e proprio memorandum di intesa.
In compenso, i ministri delle Finanze hanno deciso di collegare alle obbligazioni sovrane clausole semplificate di azioni collettive in giustizia che, dando la parola finale alla maggioranza degli obbligazionisti, faciliteranno eventuali ristrutturazioni. Questo aspetto (noto in inglese con l'espressione single-limb CAC) era stato criticato dal governo italiano nelle settimane scorse. Alla ricerca di un compromesso è stato deciso che la misura entrerà in vigore solo nel 2022.
Infine, il terzo versante ha riguardato il bilancio della zona euro, dopo la recente proposta franco-tedesca del mese scorso (si veda Il Sole/24 Ore del 20 novembre). «Sulla base di un mandato del vertice della zona euro, lavoro potrebbe iniziare sullo schema, l’applicazione e la tempistica di uno strumento dedicato alla convergenza e alla competitività», ha riferito il presidente Centeno, lasciando intendere quanto molto sia ancora da mettere a punto.
L'idea di un bilancio della zona euro ha creato non poche discussioni. L'Olanda in particolare è contraria. Evidentemente è riuscita a mettere l'accento su uno strumento dedicato non tanto alla stabilizzazione quanto alla convergenza. Il timore di alcuni governi è di creare azzardo morale nei Paesi ad alto debito che potrebbero vedere nel bilancio in comune una giustificazione per non risanare i propri conti pubblici. Il nuovo strumento dovrebbe far parte del bilancio comunitario 2021-2027.
In una conferenza stampa stamani qui a Bruxelles, il presidente dell'Eurogruppo si è voluto ottimista, parlando di «svolta». Più realista il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici che ha preferito definire i progressi di questa riunione «piccoli ma significativi». La grande delusione riguarda l'assicurazione in solido dei depositi. Dinanzi a profonde divisioni nazionali, a cui contribuisce anche l’incerta politica economica italiana, decisioni politiche sono state rinviate al giugno del 2019.
Come detto, la scelta del governo Conte di aumentare il deficit nel 2019 non rassicura i Paesi preccupati dal sobbarcarsi i debiti nazionali di altri Stati membri. Spiegava questa settimana un diplomatico: «Non vedo nulla per i prossimi due anni». Il commissario Moscovici si è detto deluso, tanto più che tutte le istituzioni comunitarie appoggiano l’idea di una assicurazione in solido dei depositi per completare l'unione bancaria. Le proposte di riforma andranno ora fatte proprie a metà mese dai capi di stato e di governo.
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