NEW YORK - Wall Street ha vissuto una giornata al cardiopalma: gli indici hanno chiuso in recupero dopo aver sofferto pesanti perdite nel durante, aiutati da indiscrezioni che vedono la Federal Reserve forse pronta ad adottare un atteggiamento piu' cauto su futuri rialzi dei tassi di interesse. Le indiscrezioni, svelate dal Wall Street Journal, suggeriscono che la Banca centrale americana considererà l'annuncio del nuovo atteggiamento di “wait and see” in occasione del vertice di dicembre, quando dovrebbe far scattare una nuova mini-stretta che potrebbe pero' lasciare in seguito spazio a una frenata della sua manovra nel 2019. Dopo aver bruciato fino a 785 punti, l'indice Dow Jones ha chiuso in calo di soli 799 punti, lo 0,3 per cento.
La prudenza sui rialzi, che lascerebbe aperta la scadenza di un ulteriore rialzo dopo quello di dicembre, rappresenterebbe una ulteriore evoluzione della strategia di dipendenza dai dati economici e di mercato seguita dalla Fed. E arriverebbe dopo che il chairman della Banca centrale Jerome Powell aveva già lasciato intuire in recenti discorsi un rallentamento dei rialzi del costo del denaro l'anno prossimo affermando che un livello neutrale dei tassi era piu' vicino.
L'estrema volatilità ha tuttavia lasciato gli investitori con i nervi a fior di pelle. E solo le prossime seduta potranno rivelare le condizioni del mercato. Nel corso della giornata, con le brusche oscillazioni degli indici (che hanno visto il Dow Jones scendere di 1.500 in due sedute), e' volata anche la paura a Wall Street, lasciando presagire continue scosse. Il popolare indicatore della volatilità' azionaria, il Vix, meglio noto come Fear Index in Borsa, e' balzato a livelli mai piu' visti dallo scorso febbraio, da quasi un anno a questa parte.
Sull'onda della nuova escalation delle tensioni tra Cina e Stati Uniti per l'arresto in Canada, avvenuto su mandato Usa, dell'erede dell'impero tlc cinese Huawei - complici anche le scosse sul petrolio e le ombre sull'economia globale - l'indice Vix e' salito anche di oltre il 20% sopra quota 25. Era per l'esattezza dal 9 febbraio che non raggiungeva simili vette, stando ai calcoli della societa' specializzata FactSet. A fine seduta e' pero' a sua volta retrocesso, fermandosi a un rialzo tra il 2% e il 4%, attorno a quota 21.
La paura, neppure nel momento peggiore, non ha ancora raggiunto i livelli che le flessioni di borsa in queste ore hanno minacciato. Resta dunque da vedere se nel prosieguo il Vix si adeguerà a simili scosse, tradendo crescente nervosismo. Oppure se rimarrà in realta' piu' cauto, come indicato a fine seduta, in attesa di chiarimenti e sviluppi sul quadro internazionale e americano.
Vediamo piu' in dettaglio il messaggio arrivato dal Vix: l'indicatore, calcolato sulla base delle opzioni sull'S&P 500, viene considerato premonitore dei movimenti nei successivi 30 giorni. Gli analisti stimano che un Vix a quota 16 preveda oscillazioni dell'1% in Borsa. Quindi anche oltre quota 20 secondo i piu' ottimisti suggerisce che la paura non e' pari agli attuali scivoloni di Borsa in atto - dovrebbe superare quota 40 per esserlo. A 25 il movimento indicato in futuro e' attorno all'1,5 per cento. A dare alle stampe in Vix e' il Chicago Board Options Exchange sulla base di studi che risalgono al 1986.
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