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Brexit: May chiede «aiuto» alla Ue ma incassa il «no»…

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incontro tra la premier britannica e tusk

Brexit: May chiede «aiuto» alla Ue ma incassa il «no» di Juncker e Merkel

«Abbiamo detto che non c'è un'ulteriore apertura sull'accordo di uscita» della Gran Bretagna dalla Ue. Così la cancelliera Angela Merkel ha commentato l'incontro con la premier britannica Theresa May, durante la riunione a porte chiuse del gruppo parlamentare della Cdu-Csu. May è nel vivo di un tour de force di colloqui con i leader europei per tentare di strappare nuovi margini di dialogo sul divorzio fra Londra e Bruxelles, dopo la decisione di rinviare «entro il 21 gennaio» il voto del parlamento europeo ed evitare una sconfitta bruciante alla Camera dei comuni.

I prossimi vertici saranno con Donald Tusk ale 17 e Jean-Claude Juncker alle 19:15, anche se l’esito sembra già scontato. Merkel a parte, i leader Ue hanno messo in chiaro che l’accordo raggiunto con Londra è «il migliore possibile», escludendo qualsiasi margine di revisione del testo approvato lo scorso 25 novembre dal Consiglio europeo. Lo stesso organismo che, ora, troverà di nuovo la Brexit sul tavolo della sua riunione di giovedì 13 e venerdì 14 dicembre.

Il muro della Ue: non torneremo a negoziare
Il nodo più delicato dell’accordo sono sempre i confini irlandesi, il punto che ha persuaso May a temporeggiare per il voto di Downing street. La premier spera di strappare un accordo che sblocchi la questione del backstop: la “polizza” che, al momento, manterebbe l’Irlanda del Nord nei confini dell’unione doganale, frammentando di fatto la coesione della Gran Bretagna. Da parte dei leader europei, però, non c’è alcuna intenzione di rivedere i contenuti dell’intesa. Juncker ha spiegato che la Brexit sarà solo un «ospite inatteso» sull’agenda del Consiglio europeo: May può ottenere qualche chiarimento in più, ma nessuna modifica sostanziale del testo. Nel frattempo crescono le ostilità nella sua stessa maggioranza. Le ali più intransigenti dei Brexiter, i deputati favorevoli al divorzio, chiedono un passo indietro della premier. Lo scenario di un divorzion no-deal, senza accordi, viene preferito a quello di una separazione sbilanciata a favore dei partner europei.

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