NEW YORK - La fragile tregua nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina è come la punta di un iceberg. Si vede la parte che emerge dalle acque e che fluttua tra le onde, a volte mosse altre meno. Ma sotto l'acqua c'è molto di più. C'è una competizione geopolitica a tutto campo tra le due grandi potenze economiche mondiali. In gioco non ci sono solo gli scambi e il deficit troppo sbilanciato verso l’Asia. Gli Stati Uniti, da almeno tre presidenti a questa parte lamentano, con diversi accenti, l'aggressività dell'espansione cinese.
Di fondo c'è la consapevolezza che l’America sta perdendo la sua leadership globale. Il sorpasso cinese è già scritto nei numeri che registrano l’andamento economico, negli investimenti in R&D, nell’avanzamento in settori strategici, nella moltiplicazione delle ricerche scientifiche cinesi autorevoli. Manca solo la data per certificare il sorpasso di Pechino.
La leadership Huawei nelle reti 5G
Quello che sta accadendo a margine dell'arresto in Canada della cfo di Huawei Meng Wanzhou è parte di questa gigantesca partita
geopolitica. Huawei è leader mondiale negli apparati telecom per le reti 5G. Primato che ha costruito negli ultimi cinque
anni. Prima ancora di essere un gigante, il secondo al mondo dopo Samsung, per le vendite e lo sviluppo degli smartphone.
L'espansione di Huawei è strategica e parallela all'espansione tecnologica cinese. La nuova via della seta digitale cinese.
La telefonata e le richieste di Lighthizer
Nella telefonata di due giorni fa che ha riaperto, dopo giorni di tensioni, il dialogo tra Cina e Stati Uniti, Robert Ligthizher,
il Rappresentante al commercio Usa, l'ala dura della war trade americana con l'economista Peter Navarro, scelto da Trump per
guidare i negoziati di 90 giorni con Pechino, ha detto chiaro e tondo che si aspetta dalla Cina “modifiche strutturali” del
suo modello di sviluppo.
Made in China 2025 e primato hi-tech
La Casa Bianca vuole che Pechino riveda alcuni punti del suo piano di sviluppo pluriennale Made in China 2025. In particolare
quelli in cui viene indicato come obiettivo prioritario il raggiungimento del primato nell’hi-tech globale: nelle reti, nell'intelligenza
artificiale, nei big data e nella robotica. Gli Stati Uniti sanno che la crescita cinese è stata alimentata negli ultimi decenni
da questi piani pluriennali, che non sono documenti scritti sulla carta ma programmi che vengono puntualmente attuati dalla
dirigenza cinese ogni otto anni, otto il numero portafortuna e simbolo dell'infinito.
Il mondo diviso in due blocchi
Per questo la Cina secondo Lighthizer “deve modificare, come non ha ancora fatto, in modo sostanziale le sue pratiche legate
a trasferimento di tecnologia, proprietà intellettuale e innovazione”. Qualche mese fa l'ex ceo di Google Eric Schmidt aveva
avvertito dei pericoli insiti nello sviluppo tecnologico cinese, che rischia di dividere il mondo in due poli tecnologici.
Proprio come ai tempi della guerra fredda, con i paesi divisi in due blocchi.
La partita dietro l'arresto di Lady Huawei
Dietro l'arresto di Menz Wanzhou in Canada, la cfo di Huawei appena rilasciata in libertà vigilata dopo il pagamento di una cauzione di 7,5 milioni di dollari, c'è la parte dell'iceberg nascosta sotto l'acqua. La violazione
delle sanzioni contro l'Iran appare più un pretesto, così come i timori per la sicurezza nazionale. Bloccando l'avanzata del
network 5G di Huawei si blocca in certo modo l'avanzata tecnologica cinese.
I dazi alle auto e la mano tesa di Trump
Dietro la mano tesa del presidente Donald Trump delle ultime ore, che si è detto disponibile a intervenire per sbloccare la
situazione di Lady Huawei se il presidente cinese Xi Jinping glielo chiederà, pur di non mettere a rischio la tregua commerciale
con la Cina, c'è probabilmente la nuova moneta di scambio americana per riuscire a ottenere di più dalla Cina nei prossimi
negoziati di 90 giorni. Pechino ha appena fatto sapere da parte sua, per bocca del vice primo ministro e capo negoziatore
Liu He - che conosce bene l'America come pochi avendo fatto un Mba ad Harvard - di essere pronta ad abbassare i dazi sull'import di auto made in Usa dal 40% al 15%. Inoltre i cinesi sono pronti, come promesso alla cena del G 20 di Buenos Aires, ad acquistare da subito ingenti
quantitativi aggiuntivi di soia americana, in una quantità che sarà compresa tra i 5 e gli 8 milioni di tonnellate. Concessioni
da un lato e aperture dall'altro. Tensioni e distensioni, in una fragile tregua che è il segno di questa nuova guerra fredda,
tutt'altro che sopita.
Casa Bianca contro gli hacker cinesi
Nelle prossime ore la Casa Bianca annuncerà delle misure contro gli hacker cinesi. Il Dipartimento alla giustizia da settembre
ha denunciato tre casi di violazione della proprietà intellettuale per cybercrime e attività di spionaggio di hacker legati
ad aziende cinesi che avrebbero preso nel mirino società e istituzioni americane per permearne i segreti. Dal 2015, già sotto
la presidenza Obama - quella del cybercrime è una preoccupazione bipartisan negli Usa - diverse agenzie americane hanno prodotto
report con accuse di spionaggio cibernetico verso i cinesi. Inoltre, dopo l'arresto lunedì dell'ex diplomatico canadese Michael
Kovrig in Cina, seguito all'arresto dell'executive di Huawei in Canada, gli Stati Uniti stanno considerando la possibilità
di diramare un warning ai cittadini americani sui rischi crescenti per i viaggi in Cina.
Un nuovo tipo di Guerra fredda
Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda hanno già messo al bando i network wireless 5G prodotti da Huawei. Gran Bretagna e Canada stanno decidendo se adottare lo stesso divieto. Anche il Giappone sta esaminando il caso. La diffusione
tecnologica è la nuova frontiera dell'espansione geopolitica: negli States diversi carrier locali avevano scelto le apparecchiature
Huawei per portare il 5G nelle aree rurali. Messa fuori gioco la società cinese si è fatta avanti Microsoft per implementare
le stesse reti. America First. La tecnologia occidentale che resiste all'avanzata della tecnologia cinese. Huawei danneggiata
da questa campagna continua a ripetere che è una società privata e non una divisione del governo cinese.
Due sistemi interdipendenti
La nuova guerra fredda tra Stati Uniti e Cina combina ostilità con interdipendenza tra i due paesi. Un mix difficile da separare.
La Cina vorrebbe essere indipendente dalla tecnologia occidentale però la leadership di Huawei nelle reti e negli smartphone
dipende dall'accesso al mercato dei semiconduttori, acquistati dalla società cinese negli Stati Uniti per un importo di 10
miliardi $ l'anno. Lo stesso, dall'altra parte, si potrebbe dire dell'interdipendenza di Apple dalla Cina, che è il secondo
mercato di sbocco per i produttori dell'iPhone dopo gli Stati Uniti ed è il primo per la produzione e l'assemblaggio delle
sue apparecchiature elettroniche consumer. Il medesimo discorso vale per Google, Microsoft e Facebook che hanno assunto centinaia
di programmatori cinesi, o per le migliaia di ricercatori cinesi che studiano e fanno avanzare la ricerca nelle università
americane. Tutto è collegato, ed è difficile separare i campi nell'era della globalizzazione, a corsa ormai iniziata.
L’inevitabile sorpasso cinese
Gli americani cercano solo di perdere la loro leadership globale il più tardi possibile, di ritardare il già scritto sorpasso
cinese. D'altronde è noto che la Cina è la più grande “banca Usa”: primo detentore di debito pubblico americano tra i paesi
stranieri con 1.150 miliardi di dollari di T bond in cassaforte.
Ed è curioso che nonostante la campagna di Trump e i dazi per fermare la lunga marcia di Pechino, le esportazioni cinesi negli
Stati Uniti continuino ad aumentare. A novembre il surplus commerciale ha toccato il record: l’export è salito del 9,8%, l’import
è crollato del 25% rispetto allo stesso mese del 2017.
© Riproduzione riservata