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previsioni economiche

Germania: Pil in recessione tecnica o zero crescita a fine 2018 ma nel 2019 +1,5%

Un centro di ricerca in materie plastiche a Wolfsburg, in Germania (Reuters)
Un centro di ricerca in materie plastiche a Wolfsburg, in Germania (Reuters)

Recessione tecnica o crescita zero virgola? La crescita del Pil tedesco nel quarto trimestre 2018 tiene il mondo con il fiato sospeso: se il numero sarà negativo, dopo il -0,2% del terzo trimestre, allora la Germania registrerà una recessione “tecnica” ovvero due trimestri di seguito con Pil in calo.

La crescita nel 2019 sarà ancora positiva e sopra l'1% in Germania, stando ai principali pronostici che in media segnano un +1,5% per quest'anno, ma una recessione tecnica a fine 2018 resta comunque un segnale importante: conferma l'entità della moderazione del ciclo in corso e l'alto grado di instabilità e di incertezza nel mondo, dovuta principalmente agli eccessi del protezionismo e della politica fiscale iper-espansiva di Donald Trump, a Brexit e alle politiche più o meno accomodanti delle grandi banche centrali.

Il Pil vacilla quando la produzione industriale crolla
Dopo l'ultimo dato sulla produzione industriale in Germania, che è diminuita dell'1,9% mese su mese lo scorso novembre contro il -0,3% atteso (e -4,7% anno su anno, il peggior calo dal 2009), la possibilità di una recessione tecnica in Germania è in effetti aumentata con stime che ora si aggirano attorno al 20%-30% di probabilità.

Lo scenario base resta comunque positivo: il Pil tedesco nell'ultimo trimestre del 2018 dovrebbe essere cresciuto, anche se di pochissimo, con quello “zero virgola” che l'Italia conosce bene: l'Ifo Institute, uno dei più autorevoli think tank economici in Germania, valuta che la crescita tedesca aumenterà tra lo 0% e lo 0,20% nel quarto quadrimestre 2018, un dato che si saprà la prossima settimana.

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Cosa dice l'Ifo: Pil in crescita nel 2019 ma meno rispetto a 2018 e 2017
«La probabilità di una recessione tecnica è salita notevolmente dopo il dato sulla produzione industriale – ha detto al Sole24Ore il Prof. Timo Wollmershäuser, responsabile all'Ifo delle previsioni economiche-. E la nostra stima ora è che possa accadere con il 33% di probabilità». Uno dei fattori tecnici mitiganti del crollo “shock” della produzione industriale è stato un giorno di “ponte”, il 2 novembre, che ha pesato secondo l'Ifo lo 0,25% in meno.

«Il raffreddamento del ciclo industriale in Germania, che è già stato captato dal nostro indice sul clima di fiducia delle imprese (Ifo business climate) dall'inizio dello scorso anno, sembra essere più forte di quanto ci aspettavamo», spiega Wollmershäuser. Fino all'autunno 2018, la produzione industriale è stata frenata principalmente dall'industria automobilistica per colpa dei problemi connessi con la certificazione in base ai nuovi standard anti-inquinamento europei WLTP. Ma ora «tutti i settori industriali sono colpiti dal raffreddamento, come confermano i dati sugli ordinativi dell'industria lo scorso novembre: e questo è dovuto all'indebolimento dell'economia globale, per effetto di incertezze politiche multiple».

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Detto questo, per l'Ifo ci sono altri fattori che invece contribuiscono ad alimentare la crescita: l'occupazione e i salari sono ancora in aumento, a tassi notevoli, e le vendite al dettaglio sono esplose in novembre (+1,4% mese su mese). L'indice Ifo sull'edilizia si mantiene ancora su livelli alti. «Tutto messo insieme – conclude Wollmershäuser – prevediamo una crescita del Pil tedesco più debole quest'anno rispetto al 2018 e al 2017, sostenuta dalla domanda interna ma frenata dall'export».

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