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Socialista, déco, caraibica: ecco L’Avana

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Socialista, déco, caraibica: ecco L’Avana

Il ghiaccio si scioglie lentamente nell'Havana Club Selección de Maestros mentre il dj reggaeton fa riverberare bassi possenti in un dedalo d'installazioni d'arte, corpi laminati di sudore e luci stroboscopiche. Un murale di Fidel Castro, in stile avant-pop, guarda silenzioso la folla stipata all'interno della Fábrica de Arte Cubano. Habaneros e turisti animano affascinati questo tempio moderno a L'Avana, tra foto di coppie transgender, concerti di electro rumba e un cocktail bar terrazzato dove si servono l'ajiaco e i tamales, i piatti della tradizione cubana, stravolti e rielaborati. Non lontano, sul Malecón, il lungomare della città, gruppi di ragazzi bevono birra Bucanero e rum blanco casalingo suonando trova e guaracha, musica folk cubana, o improvvisando strofe hip hop freestyle. «L'Avana è futuro e passato», mi dice uno studente di filosofia seduto sul muro foraneo. «Siamo una città a pezzi, non ci scrolliamo il passato, ma aneliamo e siamo il futuro». Alle sue spalle, il nuovo lussuoso hotel a cinque stelle Iberostar Grand Packard sovrasta palazzine in stile déco erose dagli uragani, dalla salsedine e dalla storia. Intorno, il canto dei ragazzi, le risate dei pescatori, i vestiti leggeri delle signore in attesa del bus.

Quest'anno L'Avana, la più antica delle grandi città del continente americano post-colonizzazione, compie 500 anni. Durante tutto il 2019 si festeggerà con eventi speciali, concerti, mostre. Ma soprattutto, si celebrerà il recupero della città stessa: 16mila edifici rigenerati, decine di luoghi storici riaperti al pubblico e tanti ancora da restaurare e da riscoprire. Più multiculturale di Miami, più intrigante di Rio de Janeiro, più libertina di Panama City e allo stesso tempo la meno internazionale di tutte, tagliata fuori dal mondo dall'embargo americano, L'Avana è un tableau vivant di tutta la sua lunga storia. Una città che fonde in un insieme caleidoscopico architettura moderna completamente restaurata e palazzi art déco in procinto di crollare, solidarietà comunitaria e burocrazia socialista, strade spazzate dal vento caraibico e piazze di gente rumorosamente china in accrocchi intorno a un cellulare alla ricerca di un wi-fi evanescente, mentre cerca di scaricare una foto del cugino fuggito in Florida.

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