Mondo

Così i colossi cinesi corteggiano i porti di Genova e Trieste

  • Abbonati
  • Accedi
Servizio |mediterraneo strategico

Così i colossi cinesi corteggiano i porti di Genova e Trieste

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Genova e Trieste sono i porti italiani in prima linea per entrare a pieno titolo, anche con accordi di partnership, nei progetti italo-cinesi per la Belt & road initiative (Bri). La nuova Via della seta si sta sviluppando sia sulla direttrice terrestre, con la ferrovia, sia su quella marittima. E se il Mediterraneo appare al centro degli interessi cinesi che si stanno estendendo in vari scali dell’area, a partire dal Pireo, controllato da Cosco (China ocean shipping company), Genova e Trieste stanno diventando i maggiori poli d’attrazione del Tirreno e dell’Adriatico per il Dragone. In attesa dell’ormai imminente visita in Italia del presidente cinese Xi Jinping, lo scalo ligure sta mettendo a punto un accordo di partnership, da firmare proprio in quell’occasione, con il gruppo Cccc (China communications construction company), terza società di costruzioni al mondo, che, ha spiegato Paolo Signorini, presidente dell’Autorità di sistema portuale di Genova e Savona, fornirà supporto tecnico alla Adsp nell’affidamento degli appalti di alcune grandi opere all’interno del porto di Genova, tra le quali la nuova diga foranea.

Riguardo all’accordo da firmare, a quanto risulta, il Governo starebbe fcendo due tipi di verifiche. La prima riguarda il Mit, il quale sta verificando, sotto il profilo tecnico, che i principali punti del protocollo siano conformi con l’ordinamento italiano (ad esempio in materia di legislazione portuale e di partecipazioni dell’Adsp) e con quello europeo. La seconda attiene all’accettazione del memorandum bilaterale Italia-Cina e degli agreement di Genova e Trieste all’interno dello scacchiere internazionale. I cinesi, peraltro, hanno già un piede nello scalo ligure: con Cosco shipping ports e Qingdao international development, che sono già azionisti (rispettivamente per il 40% e per il 9,9%) del nuovo terminal container in costruzione a Savona Vado, di cui Apm Terminals (gruppo Maersk) ha il 50,1%.

Per quanto attiene allo scalo giuliano, l’Adsp guidata da Zeno D’Agostino dovrebbe firmare con la Cina un accordo di collaborazione sullo sviluppo della rete ferroviaria, attraverso la controllata dell’Authority Adriafer. Nel corso della missione italiana in Cina, lo scorso settembre, tra l’altro, D’Agostino aveva formulato l’ipotesi di un collegamento ferroviario diretto Trieste-Chengdu. Sempre a Trieste, China merchants ports ha presentato una manifestazione d’interesse per la piattaforma logistica in via di completamento. Per ora, però, dice Vittorio Petrucco, uno dei soci (col gruppo Parisi e Interporto Bologna) della piattaforma triestina, «non ci sono stati ulteriori sviluppi concreti. A rallentare la decisione cinese potrebbe aver contribuito il fatto che il completamento dell’infrastruttura slitterà di circa un anno (ai primi mesi del 2020, ndr) per questioni legate alla messa in sicurezza dell’amianto trovato nel terreno».

Ma i cinesi guardano anche al porto di Venezia. Vi è un interesse, ancora tutto da concretizzare, di Cccc per la realizzazione della banchina alti fondali e contatti tra la Adsp e Cosco per il riassetto dell’area portuale abbandonata ex Montesyndial. Nel frattempo, l’Authority ha siglato, con Cosco, un memorandum per potenziare i traffici tra Venezia e il Pireo.

China merchants group ha, invece, creato un centro di ricerca e sviluppo a Ravenna, nel campo dell’oil & gas e dell’ingegneria navale.

© Riproduzione riservata