NEW YORK - La Cina ha annunciato lunedì di avere emesso un divieto totale alla produzione e alla vendita di tutte le varianti
del Fentanyl, potente droga sintetica molto diffusa negli Stati Uniti. Inoltre Pechino domenica non ha rinnovato i dazi all'import
su auto e componentistica, decisi nel luglio scorso in risposta ai dazi americani su 250 miliardi $ di prodotti cinesi. Si
tratta di due ulteriori importanti aperture da parte cinese alle richieste americane, in vista di un accordo più generale
sulla trade war tra i due paesi che potrebbe arrivare questa settimana.
L'impegno reciproco di arrivare a un accordo
Venerdì scorso i negoziati ad alto livello tra le due delegazioni Usa-Cina a Pechino sono terminati con l'impegno reciproco
a tentare di chiudere su un accordo definitivo sulla guerra commerciale, con il prossimo round negoziale a Washington in settimana
dove è attesa la delegazione cinese guidata dal vice premier e capo negoziatore Liu He. Entrambe le delegazioni hanno fatto
sapere che si cercherà di raggiungere un accordo a Washington – i mercati finanziari lo registrano già – che poi verrebbe
definitivamente firmato dai due presidenti Donald Trump e Xi Jinping in un vertice entro la fine del mese.
Fentanyl 50 volte più potente dell'eroina
Il Fentanyl è un oppiaceo sintetico 50 volte più potente dell'eroina, prodotto in Cina da centinaia di piccoli laboratori,
ed esportato illegalmente negli Stati Uniti. Negli Usa in questi ultimi anni ha fatto più vittime tra i giovani della guerra
in Vietnam: nel 2014 ha ucciso oltre 5mila persone, secondo i dati della Drug enforcement agency (Dea). Nel 2017 i morti per
overdose negli Usa sono saliti a 49mila: il 60% delle morti sono causate da pastiglie a base di Fentanyl. La sostanza è letale
ed è difficile da dosare: due milligrammi contenuti in una pillola “da sballo” possono uccidere.
La droga a più alto margine per i narcos
Il giro d'affari, e il riciclaggio di denaro sporco che ne deriva indirettamente, sono enormi: un chilo di Fentanyl puro comprato
in Cina per 3.800 $, tagliato in pastiglie può arrivare a rendere oltre 30 milioni sul mercato nero. Un'enormità se si considera
che un chilo di eroina pura acquistata per 50mila dollari può arrivare a renderne 200mila. Niente rispetto al Fentanyl che
è diventato per questo lo stupefacente a più alto margine per i narcos che si sono alleati con i produttori cinesi. Il 68%
del Fentanyl venduto negli Stati Uniti arriva dalla Cina. L'amministrazione Usa da tempo premeva sul governo cinese perché
aumentasse i controlli sulla produzione di sostanze psicoattive. La domanda negli Stati Uniti è enorme. Mentre la Cina non
ha problemi legati al consumo domestico: il consumo di oppio era una calamità nel paese il secolo scorso ma è stato debellato
grazie a una rigida legislazione.
Nuove combinazioni per sfuggire ai controlli
Dal 2017, su invito americano, le autorità cinesi avevano messo sotto controllo 39 nuove sostanze psicoattive (Nps) derivate
dal Fentanyl. Ma ogni volta i narcotrafficanti creano sostanze nuove per sfuggire ai controlli: la struttura del Fentanyl
può essere modificata in una serie infinita di combinazioni in sostanze simili.
Divieto totale in Cina
La Cina ora, nell'ennesima apertura agli Stati Uniti in vista di un accordo sulla trade war, seguendo l'invito arrivato mesi
fa da Trump e dal Dipartimento alla Giustizia ha posto il divieto totale di utilizzo sull'intera classe di prodotti legati
al Fentanyl e ai suoi derivati. Un cambio di marcia di Pechino sulla lotta alla potente droga sintetica che fa diventare automaticamente
illegale in Cina ogni sostanza vietata negli Usa legata al Fentanyl, anche quelle mediche, e quelle nuove non ancora controllate.
I passi avanti sulla guerra commerciale
Al cuore dell'accordo commerciale tra Cina e Stati Uniti, secondo le ultime bozze del documento di lavoro in mano alle due
delegazioni c'è l'impegno di Pechino ad acquistare più prodotti e servizi made in Usa nei prossimi anni per azzerare il saldo
negativo americano della bilancia commerciale: l'offerta cinese è di 1.200 miliardi di dollari in più di acquisti di made
in Usa nei prossimi sei anni. Elemento giudicato indispensabile da Trump per sostenere la produzione industriale e agricola
delle aziende americane. Washington spinge su Pechino ad adottare regole per aprire di più al mercato la sua economia di capitalismo
di stato. Ma sulle richieste di modifiche strutturali avanzate dagli Usa i cinesi arrivano fino a un certo punto.
Mnuchin: siamo vicini alla pace
Dopo mesi di negoziati però entrambe le delegazioni hanno confermato venerdì scorso che sono vicine al raggiungimento di un
accordo. Robert Lighthizer, il capo negoziatore americano e il segretario al Tesoro Steven Mnuchin hanno discusso con la controparte
cinese sugli ultimi capitoli ancora aperti a Pechino. Mnuchin in un tweet al termine ha confermato che gli incontri sono stati
“costruttivi”. E scrive: “Speriamo che gli Stati Uniti e la Cina lavorino insieme nelle prossime consultazioni per compiere
sforzi concreti verso l'obiettivo di porre fine agli attriti commerciali”. Ci sono alcuni punti ancora da chiarire, sottolineati
di rosso nel documento di lavoro. Ma come ha confermato Myron Brilliant, responsabile degli affari internazionali della Camera
di Commercio Usa: “Non c'è dubbio che Stati Uniti e Cina siano alla fine dei giochi sull'accordo per porre termine alla guerra
commerciale.
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