NEW YORK - Donald Trump ha parlato al telefono con il comandante libico Khalifa Haftar, l’uomo forte della Cirenaica che sta conducendo l’attacco di Tripoli contro le forze del premier Fayez al-Sarraj. Il presidente americano, secondo una nota ufficiale della Casa Bianca, ha riconosciuto gli sforzi di Haftar «per combattere il terrorismo e mettere in sicurezza le risorse petrolifere del paese».
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I due «hanno condiviso la visione per una transizione della Libia verso un sistema politico stabile e democratico», informa la nota. La telefonata di Trump è avvenuta lunedì ma è stata resa nota dalla Casa Bianca solo nella serata di venerdì.
Poche ore prima era avvenuta una telefonata tra Trump e Giuseppe Conte: Roma, che sostiene il premier al-Sarraj, ha chiesto
una mano a Washington per una soluzione politica della crisi e per fermare l’attacco di Haftar. Trump sembra abbia ribadito
a Conte la richiesta all’Italia sul Venezuela di riconoscere come presidente ad interim il leader dell’opposizione Juan Guaidò.
Sul dossier libico gli Stati Uniti dopo la telefonata di Trump si sono allineati alla Russia che sostiene apertamente il generale
Haftar.
Haftar ha lanciato un attacco a sorpresa alla capitale libica più di due settimane fa. Le agenzie umanitarie parlano di oltre
200 morti nei combattimenti, con vittime anche tra i civili e decine di migliaia di sfollati. Gran parte dei paesi occidentali
e l’Onu hanno condannato l’attacco e chiesto un ritiro delle truppe del generale. Gli Stati Uniti, con la Russia, non hanno
votato la risoluzione Onu per un immediato cessate il fuoco. Trump ama i leader autoritari e ha telefonato ad Haftar, un endorsement
del presidente americano per l’uomo forte della Libia che sta cercando di rovesciare il premier al-Sarraj.
Secondo molti analisti il sostegno di Trump al leader militare della Cirenaica aumenta le possibilità che Egitto, Emirati
Arabi Uniti e Arabia Saudita possano intervenire, a loro volta, a sostegno di Haftar. La telefonata di Trump è avvenuta in
un momento in cui le truppe del generale sembra stiano perdendo terreno nella battaglia di Tripoli.
Ex generale sotto Gheddafi, fuggito poi dal regime del colonnello, Haftar, 72 anni, ex collaboratore della Cia, ha vissuto
per una ventina di anni in esilio negli Stati Uniti, inVirginia, ed è tornato in Libia nel 2011 durante la primavera araba.
Già nel 2014 aveva provato a prendere il potere, quando il nascente governo di transizione libico cercava di stabilire la
sua fragile autorità combattendo le diverse milizie tribali attive nel paese. Da tre anni Haftar ha preso il controllo della
città di Bengasi. Il suo attacco a sorpresa contro Tripoli ha unito le potenti milizie delle città occidentali di Misrata
e Zintan contro di lui.
Giovedì alle Nazioni Unite, Stati Uniti e Russia non hanno sostenuto la risoluzione del Consiglio di sicurezza elaborata dalla
Gran Bretagna per un cessate il fuoco immediato. Secondo l’inviato speciale dell’Onu per la Libia, Ghassan Salame, nel paese
si sta riversando un enorme quantitativo di armi e ci si sta dirigendo verso una grave crisi umanitaria a causa dell’escalation
dei combattimenti.
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