Donald Trump ha citato in giudizio Deutsche Bank e Capital One Financial Corp. per impedire la diffusione dei suoi conti e transazioni finanziarie. L’azione legale segue le notizie della scorsa settimana
secondo cui la banca tedesca ha iniziato a consegnare i documenti relativi ai prestiti concessi a Trump.
«I mandati di comparizione - scrivono gli avvocati di Trump nell'introduzione alla denuncia di 13 pagine presentata lunedì al tribunale federale di Manhattan -sono stati emessi per danneggiare il presidente Donald Trump, per frugare in ogni aspetto delle sue finanze personali, dei suoi affari e delle informazioni private del presidente e della sua famiglia».
Ad affiancarlo nell’azione legale i suoi figli maggiori, Donald Jr., Eric e Ivanka Trump, così come l'organizzazione Trump, la Donald J. Trump Revocable Trust e altre entità affiliate alla famiglia del presidente.
«Rimaniamo impegnati a fornire informazioni adeguate a tutte le indagini autorizzate e ci atterremo a un ordine del tribunale»,
ha detto un portavoce della Deutsche Bank in una dichiarazione di martedì. Le indagini dei Democratici sulle finanze del Presidente
Donald Trump e il potenziale riciclaggio di denaro legato alla Russia li hanno spinti a chiedere documenti a nove giganti
bancari. Deutsche Bank, che ha prestato a Trump circa 340 milioni di dollari, è stato un obiettivo primario della Commissione parlamentare sulle banche e la finanza, guidata dal rappresentante Maxine
Waters.
Sia Waters che il presidente della Commissione parlamentare sui servizi segreti Adam Schiff hanno cercato informazioni dalla
Deutsche Bank da quando i Democratici hanno conquistato la maggioranza della Camera nelle elezioni di metà mandato. Schiff
ha detto che la banca di Francoforte ha collaborato con le indagini e la richiesta di lunedì era un «mandato amichevole».
«Deutsche Bank è impegnata in un dialogo produttivo con la Camera dei Servizi Finanziari e Comitati di Intelligence», ha detto la portavoce di Deutsche Bank Kerrie McHugh dopo che i mandati di comparizione sono stati emessi all'inizio di questo mese.
Il Russiagate prosegue da più di un anno ma ha subìto una battuta d’arresto il 24 marzo scorso, quando il dipartimento Giustizia americano ha dichiarato che le indagini del procuratore speciale Robert Mueller non hanno
trovato prove di una«cospirazione» dello staff di Trump con la Russia per influenzare le elezioni del 2016. Tuttavia, ha specificato
il procuratore generale William Barr, questo «non esonera» il presidente dall’accusa di ostruzionismo sul normale corso della
giustizia
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