Il cosiddetto scandalo “Huawei leak” è stato fatale al ministro della difesa britannico Gavin Williamson, licenziato mercoledì dal primo ministro Theresa May. Lo scandalo si riferisce alla fuga di notizie riservate relative alla riunione del Consiglio di sicurezza nazionale del Regno Unito dello scorso 23 aprile. Theresa May ha inviato una lettera a Gavin, che è stata diffusa dall’agenzia Reuters, nella quale si legge: «È vitale per il buon funzionamento del governo e per l’interesse nazionale del Regno Unito in alcune delle aree più sensibili e importanti che i membri del National security council (Nsc) - delle nostre Forze armate, delle nostre agenzie di sicurezza e di intelligence e del livello più alto di governo - possano avere discussioni franche e dettagliate nella piena certezza che le informazioni e le analisi forniti non siano divulgati oltre quell’ambiente fidato».
La scorsa settimana alcuni quotidiani britannici hanno riportato le informazioni riservate della riunione dell’Nsc, dove sarebbe stato deciso di consentire a Huawei di partecipare alla realizzione – almeno in parte – della prossima rete di comunicazioni 5G del Regno Unito. Il governo, però, oltre all’avvio delle indagini interne che hanno portato al licenziamento del ministro Gavin Williamson, nega che siano state prese decisioni in merito alla rete 5G.
La lettera di Theresa May è durissima. Spiega l’avvio di «un’indagine sulla fuga di notizie senza precedenti dall’incontro dell’Nsc della scorsa settimana» e accusa apertamente Williamson: «L’inchiesta è stata condotta con la piena collaborazione degli altri partecipanti al Consiglio nazionale di sicurezza, tutti hanno risposto a tutte le domande, hanno fornito quante più informazioni possibili per aiutare nelle indagini e hanno incoraggiato il loro personale a fare lo stesso. La tua condotta – scrive il primo ministro britannico – non è stata dello stesso livello di quella degli altri. Nel nostro incontro di stasera ti ho inviato le informazioni più recenti emerse dalle indagini» dalle quali emergono «prove convincenti che suggeriscono la tua responsabilità per la divulgazione non autorizzata» delle informazioni. «Nessuna altra versione credibile degli eventi per spiegare questa fuga è stata identificata» scrive May.
In seguito al licenziamento di Williamson, Theresa May ha nominato a tambur battente una donna, Penny Mordaunt, alla guida del ministero della Difesa britannico. Mordaunt, 46 anni, era finora ministra per la Cooperazione
Internazionale. Anche lei, come il collega appena defenestrato, ha fama di falco ed è considerata fra i più decisi sostenitori
della Brexit all’interno dell’attuale governo Tory.
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