La Germania non delude le aspettative di breve termine sulla crescita economica: il Pil è salito come ampiamente previsto dello 0,4% nel primo trimestre 2019 rispetto alla stagnazione dell’ultimo trimestre del 2018 e alla contrazione pari a -0,2% del terzo trimestre dell’anno scorso. Ma questo «primo raggio di speranza dopo due trimestri senza crescita», come lo ha definito il ministro dell'Economia Peter Altmaier parlando alla Reuters, non basta per far stare tranquilli sulla capacità della Germania di battere le aspettative sul medio termine.
IL DATO / La Germania riparte con consumi e costruzioni
Le incognite sul commercio
Sul resto del 2019 pesa a livello internazionale il crescente rischio di una guerra commerciale aspra innescata dal protezionismo
e la politica dei dazi di Donald Trump, l’incertezza dell’esito delle elezioni europee, l’incognita di Brexit. Ma le nubi
non sono solo esterne: anche la Germania ha le sue preoccupazioni, con un governo di grande coalizione debole e incapace
di prendere grandi decisioni con slancio per sostenere la crescita in un momento di moderazione peggiore del previsto. La
piena occupazione e la disoccupazione ai minimi dal 1990, abbinate alla politica ultraaccomodante della Bce, sono tuttavia
fattori chiave positivi che allentano la pressione: in Germania infatti non si respira aria di emergenza nè di dover correre
ai ripari in fretta, ma piuttosto sta lentamente aumentando la consapevolezza che si dovrà fare di più in futuro.
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La Germania può fare di più
Poul M. Thomsen, direttore del dipartimento europeo al Fondo monetario internazionale, si è rivolto provocatoriamente a una
folta platea di economisti e politici tedeschi in un recente incontro all’IFO a Monaco sostenendo che «una crescita della
Germania sul medio termine prevista in media dell’1,3% è debole» rispetto a quello che l’economia tedesca potrebbe fare: una
debolezza che riflette «l’invecchiamento della popolazione e una bassa crescita degli investimenti».
Servono riforme
La Germania avrebbe bisogno di una seconda ondata di riforme, per velocizzare la digitalizzazione del Paese e l’offerta sul
mercato del lavoro dove manca manodopera specializzata. I salari dovrebbero crescere di più per rafforzare la domanda interna
e servono più investimenti nelle infrastrutture (per esempio i trasporti) a sostegno dell’industria manifatturiera che ha
il fiato corto. Tra le ricette allo studio, un taglio delle tasse societarie e maggiore investimenti pubblici.
Sono stati in effetti i consumi privati, oltre al boom delle costruzioni che potrebbe aver esaurito il suo slancio, ad alimentare la crescita del Pil a +0,4% nel primo trimestre dell’anno. La crescita su base annua è attesa attorno allo 0,7-0,8% da molti economisti ma il Governo guidato da Angela Merkel è tra i più pessimisti avendo dimezzato lo scorso mese la previsione 2019 da +1% a +0,5%.
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