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Huawei, la cortina di ferro che spacca in due il mondo tecnologico

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L'Analisi |analisi

Huawei, la cortina di ferro che spacca in due il mondo tecnologico

Ci ha messo un ventennio, la Cina, a tirar su un muro digitale capace di tener lontane le big company americane dal business dei suoi dati. E mentre piattaforme come Facebook e Google venivano di fatto bannate dalla rete e rese inaccessibili agli Ip cinesi, le aziende tecnologiche autoctone diventavano colossi internazionali. I fatturati di colossi come Alibaba, Tencent, Huawei e JD non sono casuali.

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La settimana scorsa qualcosa è cambiato. Donald Trump ha deciso di rafforzare il muro anche dall'altra parte, creando – di fatto – una cortina di ferro che sembra in grado di spaccare in due il mondo tecnologico. E il primo risultato è la decisione di Google di interrompere i rapporti commerciali con Huawei. Sembrano lontani i giorni in cui proprio Google pensava di aggredire il mercato cinese, magari con una versione modificata (più censurabile) del suo motore di ricerca. Oppure quelli in cui Mark Zuckerberg provava a catturare il pubblico parlando in mandarino.

Oggi la scelta di levare Android a Huawei è come uno tsunami per la geopolitica. Non solo perché l'azienda cinese è - numeri alla mano - il secondo produttore di smartphone al mondo. Ma anche e soprattutto perché sancisce una spaccatura profonda fra Usa e Cina in un settore, quello tech, che nell'ultimo ventennio ha posato le sue fondamenta sulla trasversalità. Se un titano come Apple ha sfondato quota mille miliardi di capitalizzazione lo deve anche alla sua grande supply chain presente in Cina, che negli anni ha contribuito in modo determinante alla produzione degli iPhone. Ma è merito dell'americana Google, invece, se produttori di smartphone cinesi come Huawei, Xiaomi, OnePlus e Oppo hanno iniziato a conquistare fette importanti di mercato in Occidente.
Cina e Stati Uniti, insomma, hanno dato e preso a vicenda, nonostante da Pechino la rigidità e la chiusura siano da tempo più evidenti e clamorose. I due Paesi si sono scambiati idee e hanno fatto affari, nonostante tutto. Ora rischia di saltare tutto. E il momento sembra coincidere con l'idea della Cina di trasformarsi da produttore a pioniere, andando ad insidiare leadership fino a ieri di esclusivo dominio americano.

GUARDA IL VIDEO / Google rompe con Huawei, stop ad aggiornamenti di Android

Huawei punta dell’iceberg
Se quella che abbiamo davanti è l'alba di una guerra fredda tecnologica, Huawei rischia di essere solo la punta dell'iceberg. L'azienda di Shenzhen, fatturato miliardario e oltre 40mila dipendenti, probabilmente pagherà a caro prezzo la decisione di Google di interrompere la fornitura di Android per i suoi futuri smartphone. Ma l'effetto boomerang ha tutte le sembianze di un detonatore. E la reazione di Pechino alle mosse americane potrebbe essere veemente. Se il governo cinese ordinasse alle fabbriche del Paese di interrompere ogni rapporto commerciale con aziende Usa, le conseguenze sarebbero pesantissime anche per Washington. La Cina è stata ed è un grande driver di entrate per Apple, Oracle, Intel, Qualcomm e altri grandi nomi della tecnologia a stelle e strisce.

Una tecnologia, due mondi
La strada della spaccatura, getta l'ombra pesante dei due mondi digitali. In parte è già un po' così. Basta ragionare sullo stato di Internet. La rete per come la conosciamo in Occidente, è molto diversa da quella cinese, dove la censura e il controllo sono basilari. Oggi Android, seppur con le limitazioni previste per gli smartphone in Cina, è di fatto un denominatore comune. Un filo conduttore che ora rischia fortemente di spezzarsi. La nuova posizione degli Stati Uniti, molto più aggressiva che in passato, può solo accelerare questo processo, avvicinando il giorno in cui i cinesi potranno utilizzare solo telefoni e gadget cinesi alimentati da chip e software fatti in casa. E gli americani viceversa. Una tecnologia, due mondi.

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