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2/7 Forza Italia: Partito popolare europeo (Democratici cristiani)

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    la mappa delle alleanze

    Elezioni europee, chi votiamo per davvero? Dalla Lega al Pd, chi sta con chi a Bruxelles

    Forse sono in pochi, fuori dai rispettivi confini, a conoscere i bulgari del Gerb, gli svedesi del Moderata Samlingspartiet o i conservatori estoni di Isamaa: letteralmente «per la patria», una sigla nata nel 2006 dalla fusione di due forze di centrodestra locali. Cosa li accomuna? Sono tre esponenenti diversi del Partito popolare europeo, la stessa famiglia della Cdu di Angela Merkel o della “nostra” Forza Italia. L’attenzione in vista delle Europee concentrata soprattutto sul destino del governo Lega-Cinque stelle, sempre più in bilico in vista di un voto che potrebbe ribaltare i rapporti di forza fra i due partner di governo. Ma in realtà la preferenza assegnata a qualsiasi partito dei 28 stati membri va a incidere sulla formazione dei gruppi politici che popolano l’emiciclo di Bruxelles, dove le dinamiche e le alleanze si muovono su una prospettiva un p0’ diversa dai giochi politici domestici. Chi si vota, davvero, il 26 maggio? E quali sono alleanze e incompatibilità a Bruxelles

    2/7 Forza Italia: Partito popolare europeo (Democratici cristiani)

    Forza Italia, rappresentata oggi a Bruxelles da otto eurodeputati, confluisce nel gruppo del Partito popolare europeo: la coalizione di centrodestra che rappresenta il più grande gruppo politico su scala Ue. I suoi 219 deputati arrivano da forze di ispirazione democratico-cristiana e liberale, con qualche eccezione più spostata a destra. Fra gli esponenti ci sono, variamente, la Unione Cristiano-Democratica (Cdu) di Angela Merkel, il suo partito gemello bavarese Unione Cristiano-Sociale (Csu), gli spagnoli del Partido Popular e i greci di nuova Democrazia. L’affiliazione più controversa è quella di Fidesz, il partito nazionalista del primo ministro ungherese Vikor Orban. Oltre a Forza Italia, ne fanno parte anche il Nuovo centrodestra e la Südtiroler Volkspartei.

    Con chi si allea, con chi no. A propria volta, il Ppe dovrebbe cercare di coalizzarsi con Socialisti, liberali e verdi per costruire un blocco unico filoeuropeo. È lo scenario più verosimile, anche se singoli esponenti hanno aperto a un dialogo con le famiglia di destra o ultradestra in affiancamento (o sostituzione) dell’asse pro-Ue immaginato con il centrosinistra. In questo caso il Ppe potrebbe collaborare con il gruppo dei Conservatori e riformisti o con l’asse sovranista lanciato da Matteo Salvini: un’ipotesi che troverebbe la sponda di partiti collocati più a destra che al centro, come Forza Italia, ma l’opposizione delle sigle ancorate a una tradizione cristiano-democratica o cristiano-sociale. Sembra del tutto irrealistica qualsiasi vicinanza con la Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordic

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