3/7 Lega: Alleanza europea dei popoli e delle nazion
La Lega rientra oggi nel gruppo dell’Europa delle nazioni e delle libertà, la famiglia politica che aggrega buona parte dei movimenti di destra radicale nella Ue: dal Raggruppamento nazionale di Marine Le Pen (Francia) al Partito della libertà (Austria), passando per altre sigle meno note da Centro e Nord Europa. In vista del voto del 23-26 maggio, Salvini ha lanciato però una sigla unica che cerca di far sposare l’eredità dell’Enf con quella dell’altro gruppo di riferimento per gli euroscettici: Europa della libertà e della democrazia diretta, il gruppo che ospita attualmente la destra nazionalista di Alternativa per la Germania (già salita a bordo del gruppo di Salvini) e il Movimento cinque stelle, escluso dal progetto dell’alleato italiano e alla ricerca di una sua collocazione in Europa. Il manifesto del gruppo è riassunto dallo slogan del comizio di chiusura di Salvini a Milano, lo scorso 18 maggio: «stop a «burocrati, banchieri, buonisti, barconi». Più difficile la contabilità dei seggi, visto che il gruppo deve ancora delinearsi del tutto. Alcuni sondaggi parlano comunque di circa 100 scranni.
Con chi si allea, con chi no. In questo caso, il tema delle alleanze diventa cruciale. Nonostante varie smentite, il gruppo promosso da Salvini sta cercando il dialogo con le correnti più a destra del Ppe. L’interlocutore privilegiato è Viktor Orban, che non ha mai fatto mistero di voler fare da ponte fra il Ppe e le forze nazionalista in cerca di una legittimazione elettorale. Fra gli altri pontieri c’è la stessa Forza Italia di Berlusconi, che si è auto-candidato come negoziatore per favorire l’ingresso dei «sovranisti illuminati» fra le file del partito. Il risultato, secondo lo schema suggerito da Berlusconi, sarebbe un’assa conservatrice fra Ppe, Conservatori e riformisti e Salvini, con l’innesto eventuale dei Liberaldemocratici.
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