Non è stato un incipit felice. Quello di Jair Bolsonaro, presidente del Brasile è un ingresso (poco)trionfale all'insegna del rallentamento economico. Il Prodotto Interno Lordo (Pil) del Brasile ha registrato una contrazione dello 0,2% durante il primo trimestre del 2019, in concomitanza con il nuovo corso politico del neo presidente. Il dato è stato diffuso dall' Ibge, l'equivalente dell'Istat. Il dato negativo da gennaio a marzo è conseguenza delle contrazioni registrate negli investimenti (-1,7%), l'industria (-0,7%) e l'agricoltura e l'allevamento (-0,55), mentre altri settori segnano un'evoluzione positiva, come i servizi (+0,2%), il consumo delle famiglie (+0,3%) o quello del governo (+0,4%).
Tuttavia, se comparato con lo stesso periodo del 2018, il Pil brasiliano è cresciuto dello 0,5% con una crescita dell'1,1% per l'intero anno scorso. In altre parole, il dato tendenziale, registra un piccolo miglioramento. Enzo Farulla, analista esperto di America Latina, già Raymond James, guarda comunque al Brasile con ottimismo: «È un grande Paese che, a dispetto di una presidenza vinta da Bolsonaro con temi e stilemi molto discutibili, procede a senza grandi squilibri macrofinanziari. Crede nel real, la propria valuta, la popolazione non ragiona in dollari, come in Venezuela, Argentina, Ecuador, ma dà fiducia a se stessa. Last but not least, il debito è in reais e non in dollari. E ha varato leggi chiare sull'arrivo di investimenti stranieri».
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Le contestazioni e le contraddizioni di politica interna rimangono comunque accese. Bolsonaro continua a essere bersaglio di un ampio schieramento politico: nelle scorse settimane i tagli da lui annunciati nel settore dell'Educazione sono stati duramente avversati. Nelle scorse settimane vi sono state giornate di mobilitazione in difesa dell'educazione pubblica. La partecipazione è stata ampia, tutte le principali città del paese si sono svolte imponenti manifestazioni, settori sociali diversi e posizioni politiche differenziate si sono uniti attorno al comune e condiviso obiettivo di difendere il sistema pubblico di istruzione, destrutturato dal ministro dell'Educazione Abraham Weintraub.
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