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Corea del Nord, Kim fa giustiziare i negoziatori del summit con gli Usa

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Corea del Nord, Kim fa giustiziare i negoziatori del summit con gli Usa

Un ciclo di epurazioni ha colpito in Corea del Nord i funzionari «responsabili» del fallimento del secondo summit con gli Usa di fine febbraio: il capo negoziatore Kim Hyok-chol è stato giustiziato a marzo, mentre Kim Yong-chol, ex braccio destro del leader Kim Jong-un sparito da settimane dagli eventi pubblici, è finito in un campo di rieducazione. L'operazione è stata voluta dal supremo leader che non ha risparmiato neanche l'onnipresente sorella minore Kim Yo-jong, alla quale «è stato consigliato di tenere un basso profilo».

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Kim Hyok-chol, controparte dello speciale rappresentante americano per il Nord Stephen Biegun, è finito a marzo davanti al plotone d'esecuzione con altri quattro funzionari senior, schierato all'aeroporto di Mirim, per l'accusa di aver spiato per conto degli Usa. La fonte del quotidiano di Seul ha riferito poi che Kim
Yong-chol, interlocutore del segretario di Stato Mike Pompeo che ha incontrato anche a Washington (dove è stato ricevuto alla Casa Bianca da Donald Trump), è stato sanzionato coi lavori forzati nella provincia di Jagang, mentre Kim Song hye del Dipartimento del Fronte Unito è finita in un campo per prigionieri politici.

Punizione, verosimilmente in un campo di prigionia, anche per l'interprete del leader, Shin Hye-yong: è stata accusata di aver “macchiato l'autorità” di Kim per un errore ad Hanoi durante il suo lavoro di traduzione. Kim Yong-chol, secondo un dispaccio di inizio aprile della agenzia Kcna sulle decisioni maturare nella sessione plenaria dell'Assemblea suprema del popolo, era entrato nella potente commissione sugli Affari statali, presieduta dal leader, con altri esponenti di primo piano della missione in Vietnam. Tuttavia, alla fine dello stesso mese, sia lui sia la sorella del leader, Kim Yo-jong, non risultavano nella delegazione che a Vladivostok ha partecipato al summit tra Kim e il presidente russo Vladimir Putin.

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Il Rodong Sinmun, la voce del Partito dei Lavoratori, ha preso di mira gli “atti anti-partito e anti-rivoluzionari” messi in atto contro il leader: “Agire come uno che riverisce il leader, sta sognando qualcosa di altro quando si gira intorno è un atto anti-partito e anti-rivoluzionario che ha gettato via la fedeltà morale verso il leader, e tali persone non eviteranno il giudizio severo della rivoluzione. Ci sono traditori e ribelli che memorizzano solo parole di lealtà verso il leader e persino cambiano in base alla situazione del momento”.

Si tratta di espressioni, come “anti-partito”, “anti-rivoluzionario” e “giudizio severo”, che rimandano ai tempi delle turbolenze interne di fine 2013, quando Kim Jong-un fece giustiziare Jang Song-taek, suo zio e fino ad allora tutore e numero due, con l'infamante accusa di alto tradimento.

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