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La Nasa apre al turismo: 35mila $ a notte per una “stanza”…

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Servizio |l’annuncio dell’agenzia usa

La Nasa apre al turismo: 35mila $ a notte per una “stanza” nella Stazione spaziale

NEW YORK - Potremmo parafrasare Neil Armstrong. Quelle sue parole alla prima passeggiata sulla Luna - “Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l’umanità” - potrebbero oggi trasformarsi in un messaggio più prosaico - un piccolo passo per la Nasa, un grande passo per il business. Il piccolo-grande passo è quello che è stato compiuto dalla National Aeronautics and Space Administration: ha deciso di spalancare senza più indugi le porte al turismo spaziale. E a potenziali affari da decine e centinaia di milioni di dollari, per aziende e governo. Al fine di portare a termine la nuova “missione” trasformerà nei fatti la Stazione Spaziale Internationale in una sorta di albergo orbitante, oppure di Disneyland siderale che dir si voglia.

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La Nasa ha annunciato che non ci sarà più bisogno di diventare astronauti - carriera per pochissimi - se si vuole volare nello spazio. Chiunque, da privato cittadino, abbia risorse sufficienti per acquistare uno speciale biglietto potrà aspirare a recarsi in orbita attorno al pianeta Terra con il benestare e il supporto della Nasa.

Più in dettaglio, l’Agenzia non si trasforma direttamente da ente di ricerca e esplorazione siderale in un’agenzia turistica del futuro per imitatori dei Jetsons (i Pronipoti in italiano); piuttosto agirà indirettamente, incoraggiando aziende ad organizzare i viaggi con meta la International Space Station. Tutto dietro il pagamento di una commissione: il tariffario Nasa è già pronto - anche se forse non è stato ancora affisso nelle sale di controllo e tra i loro supercomputer. Per la precisione l'Agenzia caricherà un costo di 35.000 dollari a notte per un soggiorno nella “stanza” in orbita e per l’uso di servizi della Stazione.

Nulla viene detto se nel prezzo sia compresa la colazione, se si tratti di mezza pensione o di tutti i pasti compresi. Ma, passando dal faceto al serio, di certo viene precisato che il prezzo imposto dall’ente include quantomeno l’essenziale per una visita confortevole: vale a dire ossigeno e acqua.

La “commissione” stabilita della Nasa appare in realtà anzitutto una spinta alla trasformazione di questo nuovo capitolo del turismo spaziale in una redditizia opportunità per le società che lanceranno razzi e passeggeri. I “pacchetti” vacanza che queste venderanno saranno sicuramente ben più cari. La gara è già aperta tra diversi protagonisti: tra i primi a prenotare viaggi commerciale verso la Stazione Spaziale ci sono stati la Bigelow Aerospace del Nevada, che ne ha in preparazione quattro (ciascuno con quattro posti disponibili) utilizzando quali vettori per il volo le tecnologie della Space X di Elon Musk. La Axiom del Texas sta a sua volta organizzando le nuove vacanze spaziali a partire dall'anno prossimo.

Visite private alla Stazione Spaziale non sono una novità assoluta. Nel decennio scorso sette cittadini privati sono attraccati in orbita ma i viaggi erano stati cortesia della Russia, che ha in gestione metà della Space Station. La Nasa aveva in passato snobbato simili sforzi. Non più: l’Agenzia spaziale americana ha varato di recente nuove politiche ben più tolleranti di attività commerciali che si intersecano con quelle di ricerca. Ha in queste ore lanciato un concorso per sollecitare proposte sull’aggiunta di nuovo modulo “commerciale” alla Stazione - si immagine utile per accomodare il nuovo turismo in fase di sviluppo - con l'obiettivo di selezionare il progetto migliore entro l'anno. Gli stessi suoi astronauti, inoltre, potranno in futuro filmare pubblicità nello spazio, purchè non promuovano singoli prodotti.

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