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Ecco perché Trump ora vuole tassare i vini francesi e italiani

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Servizio |I dazi Usa

Ecco perché Trump ora vuole tassare i vini francesi e italiani

NEW YORK - Donald Trump attacca l'Europa, accusata di svalutare l'euro rispetto al dollaro, e i prodotti europei come il vino a cui minaccia dazi. Lunedì il vice premier Matteo Salvini, leader della nascente alleanza delle forze europee populiste di destra (Alleanza europea dei popoli e delle nazioni) sarà a Washington per il suo primo viaggio negli Stati Uniti dove avrà “incontri ad alto livello” con l'amministrazione americana, come confermato dall'Ambasciata italiana. Sarà interessante capire quale sarà la posizione di Salvini rispetto alla difesa dei prodotti agricoli europei e della moneta unica di fronte alle ultime bordate del presidente americano.

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Trump contro l'euro
In una serie di tweet Trump ha accusato l'eurozona di “svalutare l'euro contro il dollaro, ponendo gli Stati Uniti in una posizione di grande svantaggio”. Negli ultimi dodici mesi la moneta unica si è indebolita di circa il 4% rispetto al biglietto verde. Le statistiche sul modello di parità valutaria compilate dall'Ocse dicono che l'euro al momento è sottovalutato di oltre il 22% rispetto al dollaro.

Dollaro forte penalizza export Usa
Il dollaro forte rende meno competitive le esportazioni americane ed è una preoccupazione per la Fed nei suoi sforzi per contenere l'inflazione. Da qui, da questi dati che qualche consigliere del Tesoro deve aver suggerito al presidente, sono arrivati gli strali contro l'euro contro la Fed e il suo governatore Jerome Powell preso di mira a ripetizione negli ultimi giorni per i suoi “ridicoli” aumenti dei tassi, pur avendo aperto alla possibilità di allentamenti monetari a fronte delle incertezze sulla crescita.

I dazi al vino francese e italiano
La bordata presidenziale contro la moneta unica non è la prima che colpisce l'Europa. Lunedì Trump ha minacciato di aprire un nuovo fronte nella sua guerra dei dazi contro i vini francesi (e contro i vini italiani, considerando che le politiche agricoli e commerciali sono decise dall'Ue). “La Francia si fa pagare molto per i nostri vini, noi li facciamo pagare molto poco. Dobbiamo fare qualcosa”, ha detto in un'intervista telefonica a Cnbc.

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La cantina del presidente
Trump ha un interesse diretto nel settore vitivinicolo. Possiede una tenuta di 550 ettari, la Trumpwinery, che ha rilevato nel 2011 a Charlottesville, sulle colline della Virginia, gestita dal figlio Eric che produce vini bianchi, rossi e bollicine come Chardonnay, Sauvignon, Monticello, Cabernet con l'etichetta Trump. Gli operatori dicono che la cantina di Trump fa un vino pessimo - che peraltro lui non beve perché è astemio - ragione per cui le vendite all'estero sarebbero limitate nonostante il blasone del marchio.

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I dazi in vigore
Negli Stati Uniti, che sono i maggiori acquirenti di vino europeo, sono in vigore dazi di 5 centesimi di dollaro a bottiglia sul vino fermo e di 14 centesimi sulle bollicine. L'Ue invece prevede dazi per il vino americano importato che vanno dagli 11 ai 29 centesimi a bottiglia.

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I negoziati con Bruxelles
Ad aprile il Parlamento europeo ha approvato, contro il parere della Francia, il mandato alla prossima Commissione per negoziare con Washington un nuovo trattato commerciale. Gli Stati Uniti spingono per far entrare nelle trattative oltre alle auto, l'acciaio e l'alluminio anche l'agricoltura: non solo i vini ma anche il latte, i cereali, le carni e i formaggi americani. Ma i francesi hanno già fatto sapere che non intendono negoziare sui loro prodotti agricoli.

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