Huawei chiede a Verizon di pagare il conto. Il colosso cinese nel mirino dell'amministrazione Trump ha contrattaccato battendo cassa nei confronti del leader statunitense delle telecomunicazioni cellulari: l'ha invitato a pagare per licenze su oltre 200 brevetti dei quali farebbe uso e che apparterrebbero alla società asiatica. Le proprietà intellettuali in questione riguardano una vasta gamma di tecnologie, dalle attrezzature per i network alle infrastrutture per le linee fisse e fino all'Internet delle cose. Per Huawei si tratta di uno sforzo di ribaltare la partita in corso: finora era stata lei semmai a essere accusata, tra l'altro, di violare segreti industriali ai danni di rivali internazionali.
La lettera per «risolvere la questione dei brevetti»
In una missiva Huawei chiede ufficialmente a Verizon, che non è cliente del gruppo cinese, pagamenti «per risolvere la questione
dei brevetti». A indicare la serieta' della disputa, un incontro tra rappresentanti dei due gruppi sarebbe già avvenuto a
New York la scorsa settimana, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal. Gli Stati Uniti considerano oggi Huawei una
minaccia alla sicurezza nazionale, che potrebbe attraverso la diffusione delle sue tecnologie rendersi colpevole di spionaggio
e sabotaggio delle Tlc nel paese. Più in generale, il Presidente Donald Trump è preoccupato per l'aggressiva espansione hi-tech
di Pechino e le sue implicazioni di leadership economica e geopolitica, incarnate dalle ambizioni di Huawei. Di recente, così,
ha fatto scattare un ordine esecutivo che mette al bando tecnologie di telecomunicazione in arrivo da nazioni avversarie,
un provvedimento mirato anzitutto a Huawei anche se questa non veniva menzionata per nome. E il Dipartimento al Commercio
ha vietato a aziende Usa di vendere componenti al gruppo cinese, seppur concedendo temporanee esenzioni al fine di evitare
shock in entrambi i mercati.
La Casa Bianca cerca di emarginare Huawei
La Casa Bianca ha infine avviato una campagna per convincere gli alleati a emarginare a loro volta Huawei, il secondo produttore
mondiale di smartphone e protagonista nelle tech per le le reti mobili di nuova generazione 5G. Il giro di vite si sta facendo
sentire su Huawei, forse spingendola alla rappresaglia contro Verizon. La mancanza di componenti aveva spinto l'azienda cinese
soltanto nei giorni scorsi a cancellare il lancio di un nuovo computer portatile. La contro-mossa potrebbe però aggravare
ulteriormente la spirale delle tensioni bilaterali, già elevate e che minacciano contagi per l'economia globale. Trump e il
leader cinese Xi Jinping dovrebbero vedersi verso fine mese al G20 in Giappone nel mezzo di una vasta guerra commerciale che
ha visto la Casa Bianca imporre dazi del 25% su oltre 200 miliardi di beni made in China e minacciarne altrettanti sul restante
import da 300 miliardi. Pechino da parte sua ha fatto scattare rappresaglie su 60 miliardi di beni americani. Un disgelo e
un rilancio delle trattative sono finora parsi elusivi.
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