NEW YORK – Matteo Salvini nella sua visita lampo negli Usa ha cercato in tutti modi di accreditarsi con la Casa Bianca come il più fedele sostenitore dell’attuale amministrazione e
del suo presidente tra i leader politici in Europa occidentale. Un piccolo Trump. È stato preceduto dai dati sulle politiche
anti-immigrati, simili a quelli del suo mentore, con gli arrivi diminuiti ai minimi storici e i rimpatri forzati aumentati.
A onore del vero va detto che lo stesso Salvini, in un’intervista con la Cnn, ha preso le distanze da Trump su un punto riguardo
alle politiche anti-immigrazione: la separazione delle famiglie, i bambini irregolari da una parte, i genitori da un’altra.
Un punto sul quale non è d’accordo con il presidente americano.
L’ANTEFATTO / Salvini negli Usa: «Voglio una manovra alla Trump»
L’economia è il piatto forte che accomuna Trump e Salvini, come lui stesso ha continuato a ripetere nella capitale federale. Il leader della Lega Nord vuole che nella prossima manovra ci siano dei tagli fiscali, la flat tax di cui si parla da tempo, «tagli importanti che non saranno per tutti ma per molti, per le famiglie e per le imprese». Ha ricordato i meriti della riforma della tassazione societaria decisa da Trump, entrata in vigore nel gennaio del 2018, che ha tagliato le imposte alle aziende americane dal 35% al 21 per cento. L’unica vera grande riforma attuata da Trump che - riconosciuto da tutti e ricordato dallo stesso Salvini - ha dato la spinta all’economia americana e alla crescita del Pil Usa arrivata nello stesso anno oltre il 3 per cento.
Il vice premier ha spiegato che il suo taglio di tasse sarà un taglio “in piccolo e con le dovute proporzioni rispetto a quello americano”, che ha un sistema fiscale totalmente diverso da quello fiscale italiano. Certo in Italia c’è un costo del lavoro altissimo. In Europa c’è il dumping fiscale tra paesi. Sempre in Italia la tassazione alle persone fisiche, con le varie addizionali regionali e comunali, supera il 50% del reddito.
Negli Stati Uniti qualche anno fa fece scalpore la dichiarazione del guru della finanza, il miliardario Warren Buffett che, grazie a una lunga serie di deduzioni ed esenzioni fiscali, lamentava il fatto di pagare meno tasse della sua segretaria. Va ricordato anche il fatto che negli States per una ecografia e una visita medica puoi pagare 8mila dollari e per pagare l’università molti ragazzi devono aprire un mutuo che ripagano con i primi anni di lavoro. I due sistemi, tra le cose positive e quelle meno positive (come la sanità pubblica e la scuola, appunto), non sono comparabili.
Però Salvini ha chiaro il fatto che un taglio dell'imposizione fiscale possa far crescere anche in Italia l’economia. «Torno a Roma con tanta energia e tanta voglia di fare a partire dal taglio delle tasse che ci sarà nella prossima manovra perché gli italiani lo vogliono e mi hanno votato per questo», ha detto Salvini che non si rassegna «a una crescita economica dello zero virgola qualcosa». Ma il vicepremier ha detto che vuole «tornare a vedere una crescita dell’Italia dell’uno o dello due per cento all’anno. L’unico modo per riuscirci è tagliare le tasse alle famiglie e alle imprese. E lo faremo. Con le buone o con le buone. Se ci lasciano fare l’Italia non abbiamo paura di niente e nessuno. A Bruxelles se ne faranno una ragione». Queste le sue parole per presentare la sua manovra alla Trump.
Ma vediamo come è davvero la manovra finanziaria di Trump.
Allora: è vero che il taglio delle tasse corporate di Trump ha lanciato l’economia americana. Non c’è dubbio. Mentre ci sono
dubbi sugli effetti della politica protezionistica del muro contro muro di Trump contro la Cina e gli altri paesi, anche tra
i senatori del suo partito che in queste settimane stanno preparando una proposta di legge bipartisan per limitare i poteri
presidenziali sui dazi. Tuttavia il pesante taglio delle tasse alle aziende, assieme all’aumento della spesa pubblica nella manovra di Trump per la Difesa ha portato il deficit federale americano a livelli record. Un fatto che non preoccupa Trump e la sua amministrazione. Ma che preoccuperà chi arriverà alla Casa Bianca dopo di lui
e le nuove generazioni di americani che, come i bambini italiani appena nati, si troveranno una fetta di debito pubblico pro-capite
come ipoteca per la loro vita.
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Le linee guida della ultima manovra da 4.700 miliardi di dollari proposta da Trump nel marzo di quest’anno prevedono un taglio del 5% della spesa pubblica, per la parte non legata alle spese della Difesa, con l’obiettivo principale della riduzione del deficit di bilancio arrivato, come si diceva, ai livelli record con questa amministrazione a 22mila miliardi di dollari.
Le aziende americane pagano meno tasse e ci sono meno entrate fiscali ovviamente. E il deficit aumenta. Nella manovra 2020 di Trump, denonimata “un budget per un'America migliore” nel segno del MAGAnomics da campagna elettorale, tuttavia il deficit federale aumenterà di altri 1.100 miliardi di dollari.
Senza un aggiustamento nella spesa pubblica, gli interessi sul debito pubblico raddoppieranno nel 2023, secondo le stime della stessa Casa Bianca, superando addirittura la spesa militare nel 2024.
Per questo la manovra di Trump prevede un taglio nel deficit di 2.700 miliardi di dollari in 10 anni. Con l’obiettivo più a lungo termine del pareggio di bilancio a 15 anni, al 2034. Ipotizzando una crescita media del Prodotto interno lordo nel decennio al 3%. Con un +3,2% stimato nel 2019 (che già non ci sarà con i problemi degli ultimi mesi per la guerra con la Cina), in leggero calo al +3,1% nel 2020, l’anno delle elezioni in cui tradizionalmente si ferma un po’ tutto, per scendere al 2,8% nel 2026.
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Trump ha inserito nel budget del nuovo anno fiscale che comincerà a ottobre la richiesta di 8,6 miliardi di dollari per la sicurezza dei confini e per costruire il muro al confine con il Messico. Sempre se passerà al Congresso.
La spesa per la Difesa è aumentata del 5% a 750 miliardi di dollari nel 2020, supera addirittura le richieste del Pentagono. Tutte le aziende che lavorano nel settore Difesa e Aerospazio stappano le
bottiglie con questo presidente.
Mentre nell’America di Trump diminuisce la spesa per il welfare di 327 miliardi di dollari, la formazione del lavoro, la difesa
ambientale.
Nello specifico, il budget del Dipartimento di stato diminuisce del 23%, quello dell’Epa, l'ente per la difesa ambientale
del 31%, quello del Dipartimento dei trasporti del 22 per cento.
Vengono tagliati i fondi per gli scambi con gli studenti stranieri, al contrario aumentati quelli per gli studenti americani. Tagli alla formazione legata ai sindacati dei lavoratori e al programma sanitario Medicare.
La proposta di manovra 2020 del presidente Trump deve essere approvata dal Congresso. Non è detto che passerà. E rischia di provocare il prossimo ottobre, quando il nuovo anno fiscale inizierà, un altro shutdown del governo federale dopo quello record finito il 25 gennaio scorso. C'è da augurarsi che possa andare meglio a Salvini: a Bruxelles, al di là dei proclami, si rischia di ripetere lo stesso copione.
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