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Su Google Maps ogni giorno 11 milioni di falsi business

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economia digitale e scandali

Su Google Maps ogni giorno 11 milioni di falsi business

È l'ultimo scandalo a far tremare la reputazione dei giganti dell'economia digitale: milioni di falsi business che compaiono nelle ricerche su Google Maps. E che diventano redditizi sia per chi millanta professione e credito come per la grande controllata di Alphabet che dovrebbe combatterli. Quanti milioni? Per l'esattezza, stime alla mano di esperti di truffe digitali considerati credibili dalla stessa azienda, ben undici in una qualunque giornata, presa a caso. Google ha dato a queste frodi anche un nome interno: “Duress Verticals” - perche' in gioco sono societa' che la gente cerca in casi di emergenza, appunto di “duress”, di necessita'.

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La scoperta delle dimensioni del fenomeno, cortesia di un'inchiesta del Wall Street Journal, aggiunge un nuovo capitolo alle polemiche sulla responsabilita' dei gruppi oggi dominanti sulla frontiera online, già nel mirino per scarsa protezione della privacy, pratiche monopolistiche e diffusione di informazioni fasulle e manipolate - delle quali il nuovo caso diventa una escalation. Google e' tra i protagonisti del settore piu' influenti e nel mirino di autorita' e consumatori, sospettata di abusi nella sua posizione dominante: gestisce, in qualità di re dei motori di ricerca, oltre il 90% delle richieste via Internet, grazie alle quali genera 116 miliardi di dollari di entrate da inserzioni, pari a una quota del 37% del mercato degli “ad” digitali negli Stati Uniti.

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Queste pratiche pubblicitarie si sono ormai estese a Google Maps, frutto della strategia dell'azienda di cercare inedite strade per sostenere la continua crescita di un'attivita' sempre piu' matura e incalzata da concorrenti agguerriti quali Amazon e Facebook. Maps e' pero' diventata anche un serbatoio di quelli che il Journal definisce come “inganni cronici”. Che ne' i pur sofisticati algoritmi esistenti ne' gli ingegneri del gruppo al lavoro in questo campo stanno riuscendo a controllare o tantomeno a debellare. Il timore e' anzi che spesso il problema sia stato minimizzato dai vertici.

Stando a esperti interpellati dal quotidiano americano, i falsi listing fioriscono tuttora al ritmo di centinaia di migliaia al mese. Da chi, concorrente o truffatore, si impadronisce del nome di un business legittimo e altera i contatti telefonici; a chi amplia ad arte e solo virtualmente la propria presenza, indicando e mostrando uffici con indirizzi inesistenti. Ogni giorno, come accennato, su Google Maps ci sarebbero circa undici milioni di business sotto false pretese. Senza contare i tanti che Google dice di scovare prima ancora che compaiano pubblicamente online. Tra le categorie con i maggiori tassi di falsita' - anzi con una maggioranza di listing che i cui indirizzi non corrispondono affatto a quelli che compaiono sulle mappe - si contano imprenditori edili, elettricisti, meccanici per auto e servizi di soccorso stradale, traslocatori. Ma anche professionisti con pedigree quali gli avvocati.

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Non e' facile stimare danni. Ma i finti listing possono sfruttare consumatori che si trovano in momenti di particolare bisogno e urgenza. Uno studio di Google del 2017 - commissionato all'Università della California - aveva concluso che solo lo 0,5% dell'enorme totale ricerche locali produceva risultati fasulli. Ma era stato denunciato da osservatori indipendenti come inattendibile e il responsabile dello studio, era venuto alla luce, era allora uno stagista pagato da Google stessa che aveva comitato scarni dati. Google ha inoltre ammesso di recente di aver rimosso 3 milioni di finti business l'anno scorso.

Di piu': il Journal ha messo alla prova i risultati di ricerche online via Google con esiti preoccupanti. Sui primi venti listing di idraulici a New York City comparsi in Google Maps, 13 mostravano dati rivelatisi falsi. Soltanto due avevano indirizzi del tutto corretti e accettavano clienti in quelle sedi, teoricamente un requisito per avere il “pushpin listing” su Maps. La stessa citta' che ospita il quartier generale di Google, Mountain View in California, non ha fatto meglio: di una dozzina di indirizzi di avvocati specializzati in infortunistica apparsi su Maps, solo un ufficio esisteva veramente. Ad un indirizzo si trovava una pasticceria viennese.

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