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Con la Mille Miglia corre un business di oltre 20 milioni

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GRANDI EVENTI

Con la Mille Miglia corre un business di oltre 20 milioni

La Mille Miglia ha quasi novant'anni, ma non li dimostra affatto, anzi è arzilla come agli inizi, quando era «la corsa più bella del mondo» (parola di Enzo Ferrari). Per una trentina d'anni, dal 1927 al '57, ha attraversato mezza Italia, percorrendo i suoi 1.700 chilometri e rotti tra turbini di polvere e ali di folla (almeno 25mila militi furono schierati lungo il percorso per tenere a bada gli spettatori sul ciglio della strada, raccontano le cronache dell'esordio), mettendo in mostra il meglio dell'industria automobilistica dell'epoca, tanto da far dire (è sempre “The Drake” a sentenziarlo) che «la corsa ha insegnato agli italiani come fare le macchine».

Negli anni Venti e Trenta, infatti, in pieno impeto futurista, meccanici e carrozzieri si ingegnavano per portare alla Mille Miglia bolidi in grado di sfrecciare anche oltre i 200 chilometri orari e proprio grazie a questa gara furono inventati i tergicristalli e i primi compressori, i progenitori degli attuali turbo. Poi, dopo una pausa forzata, è tornata nel '77, meno roboante ma più fascinosa che mai, a regalare emozioni, rivestendo i panni di «grande evento che rappresenta il sistema Italia, valorizzando l'immagine del nostro Paese nel mondo; è l'appuntamento internazionale di riferimento per gli appassionati di auto d'epoca». Ancora il fondatore del Cavallino rampante?

No, a raccontare il lato economico della Mille Miglia (che da giovedì 19 a domenica 22 maggio celebrerà la sua 61esima edizione) è Andrea Dalledonne, dal 2013 amministratore delegato di 1000Miglia Srl - una società interamente partecipata da Aci Brescia e di cui è presidente Aldo Bonomi -, che organizza l'evento e gestisce un marchio il cui valore «è oggi stimato in 40 milioni di euro». Da Brescia a Rimini, poi giù verso Roma, passerella nel centro città e giro di boa per risalire fino a Parma e poi su per ritornare alla casella di partenza, cioè a Brescia, toccando più di 200 Comuni in nove regioni, con 4mila stanze di hotel prenotate per i giorni della gara. Quest'anno sfileranno 450 capolavori di design e meccanica.

Ma come funziona la moderna “macchina” che organizza la corsa per eccellenza di auto classiche? Dalledonne, riminese d'origine, è arrivato in una fase difficile, nel 2012, e dall'anno successivo, con una società nuova di zecca, ha rimesso mano ai conti e alla struttura. Il bilancio è molto positivo: in tre anni 1000Miglia Srl ha incrementato del 34% il fatturato (oltre quota 8 milioni), dell'814% l'utile operativo lordo (1,73 milioni), del 1.657% l'utile netto (1,19 milioni) e del 1.013% il patrimonio netto (1,87 milioni). «Pur con un volume di fatturato inferiore - spiega - anche dal confronto con i competitor, società che organizzano eventi sportivi nazionali e internazionali, 1000Miglia Srl non sfigura».

Ma Dalledonne guarda già avanti: «Vorrei che questa manifestazione aiutasse a riscoprire e valorizzare in chiave turistica il patrimonio del nostro Paese. È una formula che potrebbe fare da volàno».
Per suffragare l'idea sciorina i dati economici dell'indotto che la Mille Miglia genera sul territorio: «In una settimana, considerato che il “circo” comincia domani e andrà avanti fino a lunedì, parliamo di oltre 20 milioni di euro di ricadute economiche. Nell'ultimo triennio 1000Miglia ha corrisposto ad Aci Brescia royalties e canoni d'affitto pari 4,44 milioni. Le forniture di beni e servizi per il funzionamento della competizione, che muove quasi 3mila persone tra organizzazione, commissari, volontari, forze dell'ordine, sponsor e partner, nel triennio 2013-2015 hanno generato un beneficio economico per il territorio della provincia di Brescia pari a circa 7,5 milioni, di cui il 10% alle strutture alberghiere legato all'hospitality di partecipanti alla corsa, staff e accompagnatori».

Certo, le difficoltà organizzative non mancano. «La Mille Miglia si prepara in un anno e mezzo. Oggi sappiamo a grandi linee quale sarà il percorso del 2017 (ovviamente top secret) e già stiamo predisponendo la gara dell'anno successivo. Il tutto rispettando tempi e procedure previste per una società pubblica».
Dal punto di vista prettamente automobilistico, l'edizione 2016 conta 450 partenti da 40 Paesi. I più numerosi sono gli italiani, seguiti da tedeschi e olandesi. I partecipanti, tutti appassionati di vetture classiche (alcuni esemplari di valore inestimabile), arrivano dai quattro angoli del mondo, dall'Argentina alla Thailandia, dalla Danimarca alla Malaysia.

«Partecipare alla Mille Miglia – sottolinea Dalledonne – fa crescere il valore della vettura: l'effetto leva è notevole. Basti pensare che sono nati anche fondi specializzati che, nella gestione dei grandi patrimoni, hanno incluso proprio l'investimento nelle auto d'epoca e la loro valorizzazione».
E in futuro, quali nuovi traguardi intende tagliare 1000Miglia Srl? Due le strade. Innanzitutto, esportare il modello vincente, e già sono arrivate richieste da Cina, Stati Uniti, Emirati arabi e Giappone. In secondo luogo, legare tradizione e innovazione. «Con Officina MM - conclude Dalledonne - abbiamo dato vita a un fondo che aiuta start up nel campo dell'automotive. Quest'anno abbiamo investito 50mila euro, ma contiamo di raddoppiare la cifra a breve». Il primo bando è stato vinto da tre giovani ricercatori dell'Università di Piacenza, che hanno avviato una nuova impresa per la realizzazione in 3D di ricambi rari o introvabili per vetture d'epoca. Eh sì, grazie agli ultimi ritrovati dell'additive manufacturing l'arzilla Mille Miglia ha proprio voglia di togliersi di dosso la pur minima ruga…

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